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venerdì 30 settembre 2016

C'E' CHI DICE NO - DOMANI 1 OTTOBRE BANCHETTO PER IL NO IN PIAZZA MARTIRI A CARPI DALLE 10

1° OTTOBRE 2016 - DALLE 10,00
BANCHETTO DEL COMITATO PER IL NO DELLE TERRE D'ARGINE
CARPI (MO)  - PIAZZA MARTIRI

mercoledì 28 settembre 2016

VOTIAMO NO PER NON CONSEGNARE L'ITALIA ALLE LOBBIES

Cari amici, finalmente è stata fissata la data del voto per il referendum sulla riforma costituzionale: il 4 dicembre. Proponiamo come secondo contributo alle ragioni del no un articolo di Francesco Farri, avvocato del Centro Studi Livatino, pubblicato il 21 settembre da La nuova Bussola Quotidiana.

2. Questa riforma consegnerà l'Italia alle lobby

Negli ultimi mesi, si sono levate, anche dall'estero, molte voci provenienti dal mondo dell'economia, della finanza, dei social networks e, da ultimo, anche della diplomazia, le quali hanno dipinto la riforma costituzionale italiana come ultima chance per il salvataggio del sistema Italia. Per converso, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, ha denunciato che «la modifica della Costituzione serve alle multinazionali, alle banche, alla finanza», a scapito degli interessi dei cittadini italiani. Di chi fidarsi?

Importanti indicazioni giuridiche per la risposta possono trarsi in quello che, a riforma approvata,diverrebbe il nuovo articolo 72, comma 7 della Costituzione. Nel cervellotico quadro dei nuovi procedimenti legislativi, la nuova Costituzione ne introduce uno per cui il governo, «indicando» un disegno di legge come «essenziale per l'attuazione del programma di governo», può in sintesi ottenere dalla Camera la definitiva approvazione delle proprie proposte entro tre mesi (giorni 5 + 70 + 5 + 15), prorogabili di due settimane in casi di particolare complessità.  Potrebbe osservarsi: è giusto che in certi casi sia riconosciuta al governo una corsia preferenziale in Parlamento!

Vero, ma è essenziale l’individuazione di tali casi e degli strumenti utilizzabili nella corsia preferenziale. I Costituenti avevano ben previsto l'esigenza di una corsia preferenziale per il governo (il decreto legge), ma avevano stabilito precisi limiti (effettiva ragione di straordinaria necessità e urgenza) e conseguenze (responsabilità del governo e perdita di efficacia fin dall'inizio del testo normativo in difetto di conversione entro sessanta giorni) della percorrenza di essa.

E il nuovo art. 72, comma 7?  Esso non prevede né apprezzabili limiti di utilizzo, né conseguenze. L'estrema vaghezza dei termini utilizzati (la essenzialità «per l'attuazione del programma di governo» appare un concetto squisitamente politico e, come tale, pressoché insindacabile) e l'àmbito estremamente ristretto delle esclusioni da tale procedimento previste in Costituzione (al regolamento della Camera si rinvia, infatti, per la sola disciplina procedimentale) lo rende sostanzialmente versatile ad ogni uso, ma anche ad ogni abuso da parte del governo, cosa che invece la Corte Costituzionale garantiva fosse esclusa per il decreto legge. Quanto alle conseguenze, appare evidente che - rispetto alla disciplina del d.l., che pure viene mantenuta - non è qui prevista la responsabilità del governo né la decadenza del testo normativo se i termini non sono rispettati.

E se è così, che funzione ha il nuovo art. 72, comma 7?  Proprio questo è il punto.  Infatti, se sapientemente combinato con l'utilizzo della questione di fiducia (senza la quale il meccanismo non funzionerebbe), esso permette al governo di "forzare" con un blitz il legislatore ad attuare il progetto presentato dal governo stesso ottenendo i seguenti “benefici”: (1) minimizzazione della discussione parlamentare e sacrificio della tutela delle minoranze, garantite dal normale iter legislativo; (2) aggiramento delle tutele di cui è circondato il decreto legge; (3) sostanziale impedimento di ogni mobilitazione contro l'iniziativa governativa da parte dell'opinione pubblica, che in tre mesi farebbe appena in tempo ad avere notizia di quello che sta succedendo nelle segrete stanze.

Chi può, al giorno d'oggi, avere interesse a conseguire “benefici” di questo tipo? Volendo tralasciare  le ipotesi più radicali, la risposta appare semplice: si tratta dei gruppi d'interesse che, operando al di fuori del circuito di legittimazione democratica e dall'humus dell'opinione pubblica nazionale, necessitano tuttavia del supporto normativo per attuare i propri interessi. Si tratta, in altre parole, di quelle che oggi sono indicate come "lobby".  Per definizione, esse si trovano spesso nella condizione di poter influenzare (e "ricattare" politicamente) singole persone (come, ad esempio, quelle che siedono in un governo), ma molto più difficilmente esse si trovano in condizione di poter direttamente "ricattare" istituzioni come un Parlamento nazionale o una Corte Costituzionale.

E ciò è vero specie in Italia, dove il sistema costruito dai Costituenti si è mostrato estremamente garantista per gli interessi del popolo sovrano e ha creato una coscienza collettiva forte, matura e capace di mobilitarsi e opporsi con vigore a iniziative che ha trasversalmente percepito come estranee all'interesse del Paese. Ecco che il nuovo meccanismo legislativo dell'art. 72, comma 7, magicamente, fornisce il grimaldello che alle lobby mancava per annidarsi stabilmente nella legislazione italiana. Con esso, infatti, il governo non ha più alibi: esso può far digerire al Parlamento quel che vuole, senza lacciuoli e prendendo in contropiede ogni forma di rilevante reazione dell'opinione pubblica.

Con esso, si crea un efficacissimo trait d'union tra persone fisiche del governo ("ricattabili" dalle lobby) e Parlamento (non direttamente "ricattabile" dalle lobby, ma "ricattabile" dal governo tramite voto di fiducia), che non permetterà al governo di sottrarsi dal cappio che le lobby facilmente possono porgli al collo. La ricattabilità di un primo ministro che voglia salvare la poltrona diverrà la ricattabilità dell'Italia.

Come brandito dai sostenitori di progetti di legge invisi a larga parte dell'opinione pubblica, con il nuovo sistema legislativo una drastica riduzione delle pensioni al pari di una legge Scalfarotto, una privatizzazione del sistema sanitario al pari dell'eutanasia per i bambini, potranno esser legge quasi di nascosto, senza che il corpo elettorale faccia in tempo ad accorgersene e organizzare manifestazioni di opposizione. Il nuovo procedimento legislativo incarna la logica del fatto compiuto e la logica del sotterfugio, molto più e strutturalmente più di quanto avvenga adesso. Con esso, si istituzionalizza una forma di blitz legislativo che solo le lobby possono avere interesse a sfruttare. La riforma del procedimento legislativo è la pesante ipoteca delle lobby sui valori e sugli interessi dell'Italia.

Riallacciandosi alla domanda iniziale, quindi, può dirsi che sia i finanzieri stranieri sia il presidente Maddalena abbiano ragione. Di chi fidarsi, dipende dagli interessi che vogliono tutelarsi: se vogliono tutelarsi gli interessi delle lobby della finanza e delle colonizzazioni ideologiche, la riforma costituzionale è lo strumento migliore. Ma tali interessi contrastano strutturalmente con gli interessi dei cittadini e con i valori della nostra Repubblica. E se vogliono salvaguardarsi gli interessi e i valori degli Italiani, allora una riforma costituzionale di questo tipo merita di esser spazzata via senza residui. E senza rimpianti: solo con un gran sospiro di sollievo.


GIORGIO CAVAZZOLI-VICE COORD. PROV.DI MODENA DI FORZA ITALIA: AUGURI PRESIDENTE - RAGAZZO DI 80 ANNI PIU' PRESEN...

GIORGIO CAVAZZOLI-VICE COORD. PROV.DI MODENA DI FORZA ITALIA: AUGURI PRESIDENTE - RAGAZZO DI 80 ANNI PIU' PRESEN...: AUGURI PER I TUOI 80 ANNI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie per quanto tu ai fatto per...

lunedì 26 settembre 2016

IO VOTO NO - RENZI A CASA

RENZI, BOSCHI, DELRIO E L’IMBROGLIO PERENNE DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE ( ANCHE NELLA SCHEDA )
È veramente vergognoso tutto quello che il popolo italiano sta subendo dal Governo Renzi che trasforma il referendum costituzionale in una grande bufala e piccona ogni principio della democrazia. È raccapricciante il modo un cui viene posto il quesito referendario. È una domanda a trabocchetto per invogliare gli elettori meno informati a votare “sì”.
“Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione” - approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016. 
A completare la bugia manca soltanto un punto interrogativo dopo l’ultima parola. 
Ci chiediamo in modo sarcastico perché non abbiano scelto ad esempio di formulare questa domanda: “Italiani volete fare festa tutto l’anno senza lavorare mai? Votate sì al referendum”.
" Italiani vorreste non pagare le tasse e vivere felici, votate sì al referendum". 
Renzi fa tutto da solo ma in democrazia il testo sarebbe dovuto essere stilato in accordo con le forze politiche avversarie, ma ripetiamo questo sarebbe dovuto avvenire in una normale democrazia. 
Eppure la legge del 1970, all’articolo 16, spiega con precisione che nel momento in cui si deve modificare la costituzione, un quesito deve essere chiaro e riportare gli articoli da modificare specificandone il contenuto
Non possiamo accettare tutto ciò, il popolo italiano deve ribellarsi a tali marchingegni machiavellici costruiti ad arte come una trappola per topi. A maggior ragione bisogna votare NO per far capire a questi signori che l’anello al naso non lo tiene più nessuno.

giovedì 8 settembre 2016

IL 15 SETTEMBRE INTERESSANTE INCONTRO A FERRARA

Alleanza Cattolica in Ferrara invita tutti gli amici ferraresi a partecipare alla conferenza organizzata dal Comitato "Difendiamo i Nostri Figli" che si terrà

Giovedì 15 settembre 2016
ore 21,00
Sala Estense - p.tta Municipale - Ferrara

sul tema

Riforma costituzionale:
verso il referendum

Le ragioni del NO e molti altri argomenti a favore della famiglia saranno illustrati dal presidente nazionale del Comitato e portavoce del Family Day

dr. Massimo Gandolfini

preceduto da una introduzione alle problematiche giuridiche del
dr. Francesco Scutellari
magistrato, già presidente del tribunale di Bologna

GRAZIE STEFANO PARISI PER IL TUO AUTOREVOLE PENSIERO CHE CHIARISCE LA POSIZIONE DEL NO AL REFERENDUM