Si è
conclusa il 9 dicembre la conferenza stampa di presentazione della proposta di
riordino territoriale dell’Italia, progetto condiviso dal MIR Moderati
in Rivoluzione e dall’MPA, partendo da un’idea della Società Geografica
Italiana che, pur risalendo al 1999, è oggi quanto mai attuale.
Frutto
dell’intensa collaborazione racchiusa in un tavolo tecnico di importanti
personalità e professionalità istituito presso il Ministero degli
Affari Regionali ed Autonomie, voluto dal già Sottosegretario di stato
Walter Ferrazza, lo studio è ora pronto per essere consegnato “nelle
mani della politica”.
“Se
oltre alle Province abrogassimo anche le attuali Regioni?” questa la
domanda motrice dello studio realizzato, che è “apolitico, nasce dalle
esigenze raccolte dal MIR nei territori, e ne è risposta.”, spiega il
Dr. Gerardo Meridio, Coordinatore Nazionale del MIR. “Questo è parte del
contributo del MIR allo Stato, che dimostra come sia possibile, partire
dalle proteste per fare proposte. Il MIR prepara infatti riforme
innovative lungimiranti e strutturali che possano essere di risposta ai
bisogni della collettività”.
Il
progetto prevede il ridisegno territoriale dell’Italia in 31 o 36 nuove
regioni omogenee disegnate secondo comuni requisiti demografici,
culturali, infrastrutturali, geografiche, e sociali.
Nel
ridisegno, tutte le regioni diventerebbero Autonome e Speciali, partendo
dal modello dell’Autonomia del Trentino Alto Adige che Ferrazza ben
conosce e, che da sempre, ritiene sistema da esportare capace di rendere
i territori sistemi omogenei con valori istituzionali condivisi e
quindi catalizzatori di nuovi modelli di sviluppo economico in grado di
contribuire all’uscita dalla crisi per il nostro Paese.
Infine,
leggendo la poesia di Trilussa “L’Uguaglianza”, il Sottosegretario
afferma “nessuna eliminazione dell’art. 116 della Costituzione,
lasciamo che le Regioni a Statuto Speciali siano di esempio e rendiamo
più speciali quelle ordinarie. Facciamo gli Stati Uniti d’Italia!”.
Sottolinea
Ferrazza: “quello che presentiamo oggi è solo un’ipotesi base,
rappresenta infatti uno scenario indicativo e generale sul quale si
dovrà ragionare con delle correzioni o modificazioni che, in particolare
nelle aree di incertezza, devono diventare oggetto di appositi tavoli
tecnici che portino ad un abito realizzato su misura per il nostro
Paese.
I
sistemi territoriali omogenei ridefiniti col criterio istituzionale
proposto, abolendo quindi centinaia di enti assolutamente inutili e
gravosi, riallineando e suddividendo le competenze tra Comuni e Regioni,
sono così potenziali catalizzatori di sviluppo.
“Ho
partecipato con estremo entusiasmo alla realizzazione di un progetto che
prevedrebbe, tra gli altri, la ridefinizione dei confini della Regione
Puglia, riconoscendo territorialità e piena autonomia al Salento. E’
noto a tutti l’amore che provo per la mia Terra, il Salento appunto, e
presentare oggi un progetto che ne prevede il riconoscimento e l’
autonomia è per me un grande onore. Allo stesso modo, ritengo che ogni
cittadino orgoglioso delle proprie origini, possa parimenti a me
ritenersi considerato, rispettato ed onorato da questa proposta.”
Importante
anche il contributo dell’Onorevole Attaguile dell’MPA, che dichiara
“come deputato delle Autonomie posso solo rendermi promotore e
sostenitore dell’unica valida proposta che, attraverso la distribuzione
delle competenze legislative tra Stato e Regioni, può eliminare il caos
amministrativo nel nostro Paese garantendo un risparmio certo di 3
miliardi all’anno”.