n
Chi aspettava il suo ritorno a Roma per sapere cosa aveva in testa Silvio Berlusconi è stato servito: il "colpo di Stato" della sua decadenza, i suoi processi, la magistratura politicizzata.
A una settimana dal voto del Senato che lo ha estromesso dalle Aule parlamentari il Cavaliere dimostra che il chiodo fisso resta sempre lo stesso. E' evidente dall'intervento che svolge nella sede di Forza Italia
davanti a deputati e senatori. Attacca magistratura democratica che -
sottolinea - è una vera e propria organizzazione fatta per "scalare il
potere, ottenere ruoli e posizioni", roba che a confronto la P2 era una
"accolita di illusi". Si difende dalle accuse che gli sono piovute (o
gli potrebbero presto piovere) addosso dalle Procure: "Io - afferma -
non ho mai pagato nessuno per fare politica". Il procedimento in fieri a
Napoli per la compravendita di senatori, insieme al cosiddetto Ruby
ter, è d'altra parte di quelli che più evocano nel Cavaliere lo spettro
del carcere. Non sorvola nemmeno sulla scissione di Angelino Alfano:
"Come fanno i nostri amici - chiede - a stare con chi ha ucciso
politicamente il loro leader?". "Noi - ripete come già fece al comizio a
via del Plebiscito - non tradiremo mai i nostri elettori".
Non deve forviare, dunque, la nota vergata nella mattinata di ieri
in cui l'ex premier annuncia quella che alcuni parlamentari si sono
affrettati a definire la "rivoluzione azzurra". Di fronte ai maggiorenti
di Forza Italia che continuavano a fare pressione perchè si mostrasse
più incisivo nel mettere mano alla nuova struttura del partito, il
Cavaliere risponde lanciando la "nuova fase" che vede l'avvio "in ogni
regione" di un percorso "costituente" con la nascita di comitati
composti "da tutti i parlamentari nazionali ed europei" ma che dovranno
essere in grado di coinvolgere "personalità di spicco della società civile, del mondo del lavoro e dell'impresa".
Insomma, tutto tranne che quella struttura leggera di cui Silvio Berlusconi favoleggiava da tempo. E altrettanto dovrebbe accadere anche a livello nazionale
con la nascita di un comitatone (potrebbe essere composto di 36
persone) e poi l'assegnazione di una serie di deleghe (per esempio Fitto
responsabile organizzazione e Santanché al fund raising). Ma questo
verrà più in là. La rivoluzione, evidentemente, può attendere ma l'ex
premier aveva la necessità di 'placare' la dirigenza che è rimasta con
lui in Forza Italia e che temeva che il vento di novità tante volte
evocato dal leader si concretizzasse in una marginalizzazione. E poi c'è
il non secondario effetto che la nascita di maxi coordinamenti
accontentano tutti e nessuno e questo consente di evitare che a livello
locale ci siano migrazioni verso il partito di Alfano.
Più che su Forza Italia, che così come sta prendendo forma sembra essere lontana dalle sue passioni,
Berlusconi sarebbe concentrato sul lancio dei club 'Forza Silvio' che
sarà ufficializzato nella convention che si terrà a Roma l'8 dicembre,
in concomitanza con lo svolgimento delle primarie del Pd. Su questo
doppio binario si dovrebbe impostare la prossima campagna elettorale per
le Europee. Ma Il Cavaliere 'guarda' già alle politiche e annuncia che
se dovesse tornare il Mattarellum Forza Italia potrebbe anche correre da
sola. Nell'attesa, però, domani dovrebbe partecipare al primo evento
pubblico dal giorno della sua decadenza: è atteso al Tempio di Adriano
per la presentazione del libro di Bruno Vespa.
Nessun commento:
Posta un commento