Giulio Andreotti è morto oggi alle 12 e 25 nella sua abitazione romana. Lo hanno reso noto i suoi familiari. Aveva compiuto 94 anni il 14 gennaio scorso. L'ex senatore a vita era stato ricoverato il 3 maggio dell'anno scorso al Policlinico Gemelli di Roma per una crisi respiratoria. Da allora, dimesso dall'ospedale, le sue condizioni erano migliorate ma non si era mai ripreso completamente.
Andreotti: la fotostoria
I FUNERALI - Domani, secondo quanto si apprende da fonti vicine al Quirinale, si svolgeranno i funerali di Stato. Ma Patrizia Chilelli, storica segretaria del presidente, al suo fianco dal 1989, ha annunciato all'Adnkronos che «non ci saranno funerali di Stato né camera ardente. Le esequie saranno celebrate nella sua parrocchia con gli stretti familiari». Poi ha aggiunto: «Un grande uomo che mi ha insegnato tanto. Solo chi gli è stato davvero a fianco ha potuto capire l'uomo, non solo il politico». Numerose le reazioni dopo la diffusione della notizia. La prima dichiarazione è dell'ex sodale dc, Cirino Pomicino: «Lo stato d'animo è quello di chi ha perduto un amico e un maestro di vita e di politica, nei prossimi anni si vedrà cosa Giulio Andreotti ha dato al Paese».
LA CARRIERA POLITICA - Nato a Roma il 14 gennaio 1919, Andreotti è stato tra gli uomini più importanti della Democrazia Cristiana. Presidente del Consiglio per 7 volte, senatore a vita, ha ricoperto numerosi incarichi di governo: 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 3 volte ministro delle Partecipazioni statali, 2 volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno (il più giovane della storia repubblicana), ministro dei Beni culturali e ministro delle Politiche comunitarie.
ALL'ESTERO - Dalla Gran Bretagna alla Spagna scomparsa di Andreotti irrompe come «breaking news» sui media internazionali, rimbalzando nella fascia dedicata alle «urgentissime» sui siti della britannica Bbc, dei quotidiani spagnoli El Mundo e El Pais e, oltralpe, della France tv che lo descrive come «figura emblematica della Democrazia cristiana». In Francia la notizia è in evidenza anche su Le Figaro mentre in Germania irrompe sulla prima pagina del tabloid Bild.
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