COLLEGATI AL SITO DEL COMITATO PER IL NAZIONALE

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venerdì 13 dicembre 2013

I fratelli Occhiuto passano a Forza Italia Incontrano Berlusconi e tornano alle origini

Ne avevamo già parlato ma finora erano solo delle voci, autorevoli e attendibili ma non ancora ufficiali. Adesso è giunta anche l'ufficialità: Mario e Roberto Occhiuto sono passati a Forza Italia. Il Presidente del movimento politico, Silvio Berlusconi ha incontrato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, fondatore del primo Club di Forza Italia della città bruzia nel 1993, e suo fratello Roberto Occhiuto, che nel 2000 è stato il più giovane Consigliere Regionale di Forza Italia, successivamente eletto alla Camera dei Deputati, dove ha ricoperto la carica di Vice Presidente della Commissione Bilancio, ma nelle fila dell’Udc. «I due esponenti politici - fa sapere l'ufficio stampa del partito di centrodestra - hanno deciso di confluire in Forza Italia, dove sono stati accolti con grande soddisfazione».
SODDISFATTO IL CAPOGRUPPO FI IN CONSIGLIO REGIONALE ENNIO MORRONE. «Esprimo vivo apprezzamento riguardo la scelta dei fratelli Occhiuto di aderire a Forza Italia». Afferma, in una nota, il capogruppo di Forza Italia, Ennio Morrone, in merito all’ingresso di Mario e Roberto Occhiuto nella formazione politica guidata da Silvio Berlusconi. Una «adesione - prosegue Morrone - nata da un confronto costruttivo già posto in essere in tempi non sospetti. D’altronde, io stesso avevo più volte discusso col sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto sollecitandolo ad operare tale scelta. Un impegno, una presenza, la loro, che senza dubbio rafforzerà il partito in Calabria e che testimonia la bontà del nostro operato per rilanciare Forza Italia a queste latitudini. Sono certo infatti - conclude Morrone - che a breve altri amministratori, dirigenti e simpatizzanti seguiranno la medesima scelta».

EFFETTO .... RENZI . . . . ASTENUTI ALLE STELLE

Secondo i SONDAGGISTI il nuovo segretario del PD porterebbe (oggi) il CENTROSINISTRA a STRA-VINCERE se si andasse al voto . . . . sulla base dei recentissimi sondaggi il PD superebbe il 35.6% da solo ed il CENTROSINISTRA nel suo complesso il 40% . . . . .
PECCATO CHE
gli stessi SONDAGGISTI stimino il PARTITO DEL NON VOTO intorno al 45%
Cari amici, l'effetto RENZI sul mondo SINISTROSO E CATTOCOMUNISTA c'è eccome . . . . parla come GRILLO, spara a zero (senza offendere) come GRILLO......
FORZA ITALIA INVECE DEVE TORNARE NEI TERRITORI PER SMENTIRE I GRILLI PARLANTI ALLA RENZI ED I GRILLI DISTURBANTI ALLA GRILLO - - - - SEMPRE DI GRILLI SI STRATTA!
Ascolto delle persone - rilancio del credito e di conseguenza dell'economia . . . . IL RESTO E' GRILLO O MEGLIO GRILLENZI - - - - - -

giovedì 12 dicembre 2013

IL PROSSIMO 18 DICEMBRE SI TERRA' UNA CONFERENZA STAMPA PER PRESENTARE LA PROPOSTA DI LEGGE DEL M.I.R. PER LA TUTELA DEL CREDITO A FAVORE DI FAMIGLIE E PICCOLE-MEDIE INPRESE

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http://www.miritalia.it/component/allvideoshare/video/latest/video-di-presentazione-della-conferenza-stampa-del-18-12-2013

Le parole di Gianpiero Samorì presidente dei Moderati in Rivoluzione (Mir) a Tgcom24:

“i veri temi non sono la legge elettorale. Noi abbiamo dei problemi ineludibili: il primo è il credito per le famiglie e le imprese. Se non riattiviamo il mercato del credito le famiglie e le imprese vanno fallite. Il secondo problema è una tassazione che non ha più capacità di essere sostenuta, non tanto per gli importi in sé, ma per come è costruita. Noi abbiamo realizzato tutto il sistema fiscale, a partire dall’85 con la riforma Visentini, sull’idea che il fatturato delle aziende aumentasse di anno in anno. Questo meccanismo degli anticipi, dei saldi, dei conguagli, ipotizzava sempre aumenti di fatturato che liberavano liquidità per fare investimenti. Oggi non ci sono più. Dunque è il sistema che non è più sostenibile: bisogna pensare a un nuovo modello. Su questi temi la segreteria di Renzi dovrà necessariamente seguire la linea di Silvio Berlusconi. Queste sono le grandi riforme da fare”.

mercoledì 11 dicembre 2013

Forza Italia: Samori', straordinaria capacita' Berlusconi di motivare

(ASCA) - Roma, 10 dic - ''Berlusconi e' un caso irripetibile nella storia del mondo: la sua capacita' di motivare ancora le persone e' qualcosa di unico sul piano umano. L'iniziativa che ha fatto e' giusta, in tutta l'area del centrodestra c'e' bisogno di rivitalizzare la base. Questo e' il senso dei circoli: occorre che il dibattito torni alla base''. Lo ha affermato Gianpiero Samori', presidente dei Moderati in Rivoluzione (Mir), intervistato a Tgcom24. ''C'e' una grandissima voglia di partecipazione, di portare la discussione sui temi concreti e - aggiunge Samori' - i club sono uno degli strumenti ideali per riavvicinare anche chi sarebbe piu' in difficolta' in un impegno di partito. Sono livelli diversi, quello del partito e dei club, che devono cercare di coesistere per arrivare poi alle elezioni che, dal mio punto di vista, dovrebbero esserci immediatamente''. com/vlm

martedì 10 dicembre 2013

AMICHE ED AMICI SIETE TUTTI INVITATI ALLA CENA DEGLI AUGURI DI FORZA ITALIA


Proposta di riordino territoriale

Si è conclusa il 9 dicembre la conferenza stampa di presentazione della proposta di riordino territoriale dell’Italia, progetto condiviso dal MIR Moderati in Rivoluzione e dall’MPA, partendo da un’idea della Società Geografica Italiana che, pur risalendo al 1999, è oggi quanto mai attuale.

Frutto dell’intensa collaborazione racchiusa in un tavolo tecnico di importanti personalità e professionalità istituito presso il Ministero degli Affari Regionali ed Autonomie, voluto dal già Sottosegretario di stato Walter Ferrazza, lo studio è ora pronto per essere consegnato “nelle mani della politica”. 
“Se oltre alle Province abrogassimo anche le attuali Regioni?” questa la domanda motrice dello studio realizzato, che è “apolitico, nasce dalle esigenze raccolte dal MIR nei territori, e ne è risposta.”, spiega il Dr. Gerardo Meridio, Coordinatore Nazionale del MIR. “Questo è parte del contributo del MIR allo Stato, che dimostra come sia possibile, partire dalle proteste per fare proposte. Il MIR prepara infatti riforme innovative lungimiranti e strutturali che possano essere di risposta ai bisogni della collettività”. 
Il progetto prevede il ridisegno territoriale dell’Italia in 31 o 36 nuove regioni omogenee disegnate secondo comuni requisiti demografici, culturali, infrastrutturali, geografiche, e sociali.
Nel ridisegno, tutte le regioni diventerebbero Autonome e Speciali, partendo dal modello dell’Autonomia del Trentino Alto Adige che Ferrazza ben conosce e, che da sempre, ritiene sistema da esportare capace di rendere i territori sistemi omogenei con valori istituzionali condivisi e quindi catalizzatori di nuovi modelli di sviluppo economico in grado di contribuire all’uscita dalla crisi per il nostro Paese. 
Infine, leggendo la poesia di Trilussa “L’Uguaglianza”, il Sottosegretario afferma “nessuna eliminazione dell’art. 116 della Costituzione,  lasciamo che le Regioni a Statuto Speciali siano di esempio e rendiamo più speciali quelle ordinarie. Facciamo gli Stati Uniti d’Italia!”. 
Sottolinea Ferrazza: “quello che presentiamo oggi è solo un’ipotesi base, rappresenta infatti uno scenario indicativo e generale sul quale si dovrà ragionare con delle correzioni o modificazioni che, in particolare nelle aree di incertezza, devono diventare oggetto di appositi tavoli tecnici che portino ad un abito realizzato su misura per il nostro Paese.
I sistemi territoriali omogenei ridefiniti col criterio istituzionale proposto, abolendo quindi centinaia di enti assolutamente inutili e gravosi, riallineando e suddividendo le competenze tra Comuni e Regioni, sono così potenziali catalizzatori di sviluppo. 
“Ho partecipato con estremo entusiasmo alla realizzazione di un progetto che prevedrebbe, tra gli altri, la ridefinizione dei confini della Regione Puglia, riconoscendo territorialità e piena autonomia al Salento. E’ noto a tutti l’amore che provo per la mia Terra, il Salento appunto, e presentare oggi un progetto che ne prevede il riconoscimento e l’ autonomia è per me un grande onore. Allo stesso modo, ritengo che ogni cittadino orgoglioso delle proprie origini, possa parimenti a me ritenersi considerato, rispettato ed onorato da questa proposta.” 
Importante anche il contributo dell’Onorevole Attaguile dell’MPA, che dichiara “come deputato delle Autonomie posso solo rendermi promotore e sostenitore dell’unica valida proposta che, attraverso la distribuzione delle competenze legislative tra Stato e Regioni, può eliminare il caos amministrativo nel nostro Paese garantendo un risparmio certo di 3 miliardi all’anno”.

domenica 8 dicembre 2013

PARTONO I PRIMI 1.000 CLUB DI FORZA SILVIO!

nBerlusconi "risponde" al Pd: l'8 dicembre convention di Forza Italia
Chi aspettava il suo ritorno a Roma per sapere cosa aveva in testa Silvio Berlusconi è stato servito: il "colpo di Stato" della sua decadenza, i suoi processi, la magistratura politicizzata.
A una settimana dal voto del Senato che lo ha estromesso dalle Aule parlamentari il Cavaliere dimostra che il chiodo fisso resta sempre lo stesso. E' evidente dall'intervento che svolge nella sede di Forza Italia davanti a deputati e senatori. Attacca magistratura democratica che - sottolinea - è una vera e propria organizzazione fatta per "scalare il potere, ottenere ruoli e posizioni", roba che a confronto la P2 era una "accolita di illusi". Si difende dalle accuse che gli sono piovute (o gli potrebbero presto piovere) addosso dalle Procure: "Io - afferma - non ho mai pagato nessuno per fare politica". Il procedimento in fieri a Napoli per la compravendita di senatori, insieme al cosiddetto Ruby ter, è d'altra parte di quelli che più evocano nel Cavaliere lo spettro del carcere. Non sorvola nemmeno sulla scissione di Angelino Alfano: "Come fanno i nostri amici - chiede - a stare con chi ha ucciso politicamente il loro leader?". "Noi - ripete come già fece al comizio a via del Plebiscito - non tradiremo mai i nostri elettori".
Non deve forviare, dunque, la nota vergata nella mattinata di ieri in cui l'ex premier annuncia quella che alcuni parlamentari si sono affrettati a definire la "rivoluzione azzurra". Di fronte ai maggiorenti di Forza Italia che continuavano a fare pressione perchè si mostrasse più incisivo nel mettere mano alla nuova struttura del partito, il Cavaliere risponde lanciando la "nuova fase" che vede l'avvio "in ogni regione" di un percorso "costituente" con la nascita di comitati composti "da tutti i parlamentari nazionali ed europei" ma che dovranno essere in grado di coinvolgere "personalità di spicco della società civile, del mondo del lavoro e dell'impresa".
Insomma, tutto tranne che quella struttura leggera di cui Silvio Berlusconi favoleggiava da tempo. E altrettanto dovrebbe accadere anche a livello nazionale con la nascita di un comitatone (potrebbe essere composto di 36 persone) e poi l'assegnazione di una serie di deleghe (per esempio Fitto responsabile organizzazione e Santanché al fund raising). Ma questo verrà più in là. La rivoluzione, evidentemente, può attendere ma l'ex premier aveva la necessità di 'placare' la dirigenza che è rimasta con lui in Forza Italia e che temeva che il vento di novità tante volte evocato dal leader si concretizzasse in una marginalizzazione. E poi c'è il non secondario effetto che la nascita di maxi coordinamenti accontentano tutti e nessuno e questo consente di evitare che a livello locale ci siano migrazioni verso il partito di Alfano.
Più che su Forza Italia, che così come sta prendendo forma sembra essere lontana dalle sue passioni, Berlusconi sarebbe concentrato sul lancio dei club 'Forza Silvio' che sarà ufficializzato nella convention che si terrà a Roma l'8 dicembre, in concomitanza con lo svolgimento delle primarie del Pd. Su questo doppio binario si dovrebbe impostare la prossima campagna elettorale per le Europee. Ma Il Cavaliere 'guarda' già alle politiche e annuncia che se dovesse tornare il Mattarellum Forza Italia potrebbe anche correre da sola. Nell'attesa, però, domani dovrebbe partecipare al primo evento pubblico dal giorno della sua decadenza: è atteso al Tempio di Adriano per la presentazione del libro di Bruno Vespa.
B

Rinasce anche a Modena Forza Italia

GRANDE AFFLUENZA DI PUBBLICO E DI GIORNALISTI!!!!
Rinasce anche a Modena e provincia Forza Italia; primo appuntamento sabato 7 dicembre si è tenuta una conferenza stampa aperta a dirigenti ed eletti programmata per le ore 10 a Palazzo Europa. Sarà un’occasione per fare il punto sulla situazione locale e nazionale e per annunciare agli elettori che Forza Italia c’è”. Gli organizzatori sono stati Enrico Aimi e Giampaolo Lenzini rispettivamente già coordinatore provinciale e vice coordinatore regionale del PDL che hanno aderito all’appello di Silvio Berlusconi dando vita ad un coordinamento provvisorio del partito con l’intento – come richiesto da Roma – di aggregare gli eletti negli enti locali più rappresentativi nelle istituzioni e i dirigenti di partito che si riconoscono nei valori del neonato movimento.“Al centro dell’incontro – hanno proseguito – abbiamo posto non solo “il ritorno a Forza Italia” ma anche “Decadenza” e “Legge di stabilità”. Presenteremo una forza politica aperta, inclusiva e pronta ad una forte riorganizzazione territoriale che avverte un profondo senso del dovere: quello di non abbandonare, soprattutto ora, gli italiani alle politiche recessive imposte da un’Europa che tratta l’Italia alla stregua di una colonia, e di non lasciar solo – hanno concluso – il leader dei moderati Silvio Berlusconi, al centro del più impressionante attacco giudiziario della storia della nostra Repubblica”.

giovedì 5 dicembre 2013

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PARTITO DI FORZA ITALIA A MODENA

SABATO 7 DICEMBRE 2013 - ALLE ORE 10,00 - PRESSO LA SALA "C" DI PALAZZO EUROPA (Via Emila Ovest 101) E' STATA CONVOCATA DALL'AVV. LENZINI E DALL'AVV. AIMI UNA CONFERENZA STAMPA PER PRESENTARE IL PARTITO DI FORZA ITALIA A MODENA E PROVINCIA.
SIETE TUTTI INVITATI

lunedì 2 dicembre 2013

Sondaggio Demopolis per La7 - il centrodestra vira decisamente in positivo e sorpassa il centrosinistra. La nascita di Forza Italia e Nuovo Centrodestra è a somma positiva, recuperando diversi voti da Scelta Civica e astensione


COMUNICATO STAMPA Governo: Samorì (MIR), bene dimissioni Ferrazza da sottosegretario

Roma, 2 DIC. – “Prendo atto con soddisfazione delle avvenute dimissioni di Walter Ferrazza da sottosegretario di Stato, così come, personalmente e a nome dell’intera direzione nazionale dell’Associazione Mir, gli avevo richiesto e sollecitato, coerentemente con la nostra scelta individuale di aderire a Forza Italia e quindi di stare all’opposizione del Governo Letta”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, presidente dei Moderati in Rivoluzione (MIR).
“Il Mir, invece, – continua Samorì – non può che stigmatizzare il comportamento e le scelte di quei ministri e sottosegretari che, eletti nel centrodestra, pur di mantenere le posizioni personali acquisite, non si dimettono, venendo meno agli impegni assunti con gli elettori e con il partito che li ha fatti eleggere”.

Ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del presidente del consiglio Enrico Letta

 "In conseguenza dell'adesione del Mir, movimento politico a cui appartengo, a Forza Italia - spiega - ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del presidente del consiglio Enrico Letta".

"Trattasi di una scelta ineludibile - aggiunge - per coerenza rispetto agli elettori, dato che Forza Italia ha ritenuto giustamente di passare all'opposizione. La coerenza dei comportamenti, anche quando implica scelte personali di rinuncia a posizioni di rilievo- spiega Ferrazza- è il presupposto di normali e corrette relazioni tra gli eletti e gli elettori".

venerdì 29 novembre 2013

TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE DEL C.O.S.A.N. OGGI

CONVOCAZIONE ALLA PRIMA MANIFESTAZIONE DI COSAN !!!

Cari amici,
sabato 30 novembre alle ore 16, il Comitato Cosan farà la sua prima manifestazione pubblica in via dell'Industria, davanti alla nuova palestra (quella azzurra vicino al cinema) per dire alla città quanto sono modenacentrici gli amministratori della sanità,
politici regionali e provinciali, aggiungendo poi quanto sono deboli e silenziosi i politici carpigiani.

La palestra non c'entra con la sanità, ma sarà presente Errani per l'inaugurazione, e lui sì che c'entra con la sanità.

Dopo la palestra ci sposteremo davanti al teatro ( dove pure ci sarà Errani per l'inaugurazione).
Il problema è che la Regione e l'ASL provinciale hanno destinato 75 milioni al Policlinico
di Modena, facendolo passare come danneggiato dal sisma, e 11 al Ramazzini di Carpi che danneggiato lo è stato veramente. Continua una politica sanitaria inadempiente rispetto allo stesso
piano ( PAL) che loro stessi avevano preparato.

Con 75 milioni si costruisce quasi un ospedale nuovo al servizio di Carpi e di tutta la Bassa.

Queste cifre le scriveremo su un lungo lenzuolo.

Siamo molto ARRABBIATI.

Se non diluvia, proviamo ad essere in tanti.

A sabato

CONDIVIDIAMO UNA MAIL INVIATA DAL CONSIGLIERE COMUNALE DI CARPI - ROBERTO BENATTI DI F.I.


giovedì 28 novembre 2013

Il Presidente Samorì ospite di “Punto e a capo” su ClassTV



Gianpiero Samorì, presidente dei Moderati in Rivoluzione (MIR), giovedì 28 novembre 2013, alle ore 19:30, sarà ospite della trasmissione “Punto e a capo” di ClassTV, visibile sul canale 27 del digitale terrestre, in replica alle ore 23:45.

Sondaggio Datamedia per il Tempo: in calo il PD e l'NCD di Alfano. Forza Italia sfiora il 20%. Il M5S si mantiene secondo partito. Centrodestra in vantaggio di un punto sul Centrosinistra.











mercoledì 27 novembre 2013

martedì 26 novembre 2013

PAOLO PAGLIARO - NOMINATO VICEPRESIDENTE DEL M.I.R.

Centrodestra tra vera e finta rifondazione

Il dibattito interno al PDL che sta caratterizzando la scena politica di questi giorni potrebbe diventare una grande opportunità per il Centrodestra italiano, a patto di voler cambiare davvero metodo di fare politica, in un tempo che lo pretende.
Lo stesso Berlusconi, costretto da eventi perfino più grandi di lui, ha davanti a sé l’occasione di rinnovare davvero il partito e raggiungere così un doppio risultato: quello di non cambiare solo l’etichetta di un soggetto politico, ma anche la stoffa e il modello; e quello di evitare che la Storia mandi in rassegna il suo contributo alla politica italiana classificandolo come ventennio da mettersi alle spalle in tutta fretta. La parola ventennio, infatti, comprende al suo interno tutti i limiti di un’attività pubblica che forse è davvero il caso di trasformare in qualcosa di diverso.
Le forze moderate e cattoliche del Paese non possono esaurirsi all’interno dello schema che qualcuno vorrebbe disegnare, uno schema fatto di scandali, guiai giudiziari e questioni familiari di un singolo individuo. Ed è un bene che l’asse si sposti su forze fresche e che il dibattito cominci ad assomigliare ad un qualcosa di più democratico.
La stessa ineluttabile necessità di veder costretto Silvio Berlusconi a scendere in campo di persona per poter vincere le elezioni è un elemento di chiara debolezza per tutto il Centrodestra che invece è un sistema più complesso del berlusconismo.
Tutto ciò riconoscendo a Berlusconi un carisma e un’intelligenza politica indiscutibili. Quella che gli vale la lealtà di Raffaele Fitto, il quale sta certamente lavorando per rinnovare il PDL, senza distruggere il Centrodestra come rischiano di fare altri.
Ma i moderati sono in cerca di nuove sfide, nuovi protocolli comportamentali, nuovi obiettivi programmatici, se mi è consentito, un po’ più alti rispetto a quelli che si sono visti fin qui.
Gli italiani moderati, ma direi tutti i cittadini, hanno bisogno di risposte adeguate ai tempi, di riforme, di istituzioni serie e forti, di un’economia robusta e vitale. Tutte cose che l’Italia sta perdendo e che fino ad ora nessuna forza politica ha veramente fatto in modo di trasformare in realtà.
Le sfide sono lì, pronte ad essere raccolte, ma si preferisce dividersi sul nome di PDL o Forza Italia o si attende di vedere che fine toccherà in sorte allo storico leader prima di muoversi per conto proprio. È chiaro che in questo scenario altre forze, certamente più sgangherate o estremiste, potrebbero avere il sopravvento.
Il Centrodestra ha una enorme responsabilità e deve preoccuparsi di ripartire sui binari giusti, perché altrimenti i treni buoni finiranno nelle mani dell’antipolitica che con pochi gesti e molta confusione è in grado di ribaltare le regole del gioco.
Maggiore partecipazione, quindi, e forze fresche, nuove energie, attori senza troppe rughe politiche e soprattutto espressione della società civile, gente con idee e coraggio.
Si può fare, come no. Chi dice il contrario è in mala fede. Si può fare se si mette al primo posto il bisogno di riscattare l’immagine della politica italiana. Se si punta con decisione e la giusta determinazione nella direzione delle riforme istituzionali.
Abbiamo bisogno di eliminare gli sprechi e gli Enti inutili. Ma non abbiamo bisogno di Governi che abbattono le Province con un colpo di spugna senza preoccuparsi del poi, abbiamo bisogno, invece, di Governi capaci di governare il cambiamento e mettersi al passo con l’Europa e il mondo.
Occorre un’attività di riorganizzazione dell’architettura statale a partire dalle regioni e di un lavoro di manutenzione politico amministrativa.
Un nuovo regionalismo di cui oggi discutiamo con maggiore serenità, finalmente. Senza dividerci tra campanili e primogeniture, ma nell’interesse dei territori. Dare all’Italia istituzioni solide e solide fondamenta per poter lavorare con i giusti mezzi alla causa della crescita e dello sviluppo.
Partiamo dalla abolizione dei mille carrozzoni che pesantemente ci trasciniamo dietro e che i cittadini sorreggono a volte inconsapevolmente, alleggeriamo le Regioni, autentiche fornaci della spesa pubblica, e avviciniamole al modello anglosassone di piccoli Stati autonomi, forti e inseriti in un sistema equilibrato, dove non ci siano Regioni potentissime e Regioni Cenerentola.
L’Italia viaggia a due velocità, perché regala ad alcune latitudini regioni come il Veneto e la Lombardia e ad altre regioni come il Molise e la Basilicata. Ma non è solo questione di dimensioni, anzi. È proprio quello il problema. Un territorio di oltre quattrocento km di lunghezza come la Puglia non si regge in piedi, gli amministratori non lo possono visitare tutto nemmeno una volta in due mandati governativi, con il rischio di dare qui e togliere altrove, senza nessun principio di civica equità.
Disegnare sulla carta è un conto, ma poi occorre rinnovare responsabilmente anche i gruppi e la classe dirigente, perché è chiaro che Regioni diverse con le stesse persone al comando non risolvono un bel niente.
Il Centrodestra ha da riflettere, ma deve farlo subito. Se mette mano al rinnovamento della sua dirigenza a vari livelli e punta sulla riorganizzazione dell’apparato burocratico statale, può diventare un’opera d’arte. Altrimenti rimarrà la solita vecchia crosta.

Samorì: gestione efficiente royalty e fiscalità agevolata''. Sulla sua 'ricchezza': ''Magari fossi il terzo più ricco d'Italia''

Un migliore utilizzo delle royalties del petrolio, zone a fiscalità agevolata e riduzione dei costi della politica. Potrebbe essere riassunta così la ricetta proposta alcuni giorni fa da Gianpiero Samorì  presidente di Moderati in Rivoluzione nel corso della sua visita in Basilicata che ha fatto tappa a Scanzano al Miceneo Palace Hotel.  Ha espresso, con una punta di amarezza, la sua opinione sull’esclusione della lista nel Materano: “Per una firma”. E poi ha aggiunto: “Prendere almeno un consigliere sarebbe già una bella medaglia al merito”.
“Un uso migliore delle riserve energetiche, le royalties del petrolio devono essere sfruttate meglio così come le risorse naturali di gas. Riparametrazione delle royalties più sui comuni che sulla regione. Risorse monetarie che andrebbero orientate verso lo sviluppo economico e occupazionale”, ha detto. Rispetto alle politiche occupazionali ha aggiunto:  “Incentivare le industrie di trasformazione e produzione che esistono in loco, inutile pensare ad aziende che non hanno attinenza con il territorio che così rischierebbe di essere deturpato. Grande impegno e massima concentrazione sul valore aggiunto che potrebbe offrire il turismo qualificato e lo sviluppo ecosostenibile in ambiente integro. Il ruolo dello Stato, in Basilicata e nel Mezzogiorno in generale, dev’essere quello di promuovere delle aree a fiscalità di vantaggio per le attività ad alto valore aggiunto. Come accaduto in Irlanda per esempio, in questo modo si attirerebbero aziende in grado di garantire un futuro a persone di elevata professionalità”.
Samorì, sollecitato dai cronisti, sul suo presunto terzo posto nelle classifiche nazionali dei più ricchi d’Italia, ha così commentato: “Dicono così ma non è vero. Magari fosse vero”, ha risposto con il sorriso. “Per mia sfortuna non sono il terzo uomo più ricco d’Italia, mi avrebbe fatto piacere. Solo i bugiardi  direbbero di non essere felici”.
Infine il suo appello affinché siano ridotte le spese della politica: “Solo la Camera dei Deputati in Italia, quest’anno,  è costata un miliardo e centottanta milioni di euro. La Francia per l’organo equivalente spende duecentoventi milioni di euro l’anno. La presidenza della Repubblica in Italia costa più di un miliardo allo Stato. In un momento di crisi come questo tutte le risorse andrebbero date alle imprese e alle famiglie”, ha concluso.

lunedì 25 novembre 2013

TUTTI A ROMA IL 27 NOVEMBRE IN VIA DEL PLEBISCITO!!!!!


Sondaggio Swg: la nascita del Nuovo Centro Destra e il ritorno di Forza Italia spingono il Centrodestra a +4 sul Centrosinistra. Calano sia Udc che Scelta Civica. Il M5S torna sotto il 20%


REAGIREMO CONTRO IL COLPO DI STATO


"La nota del Quirinale dimostra inequivocabilmente che il Presidente della Repubblica non intende utilizzare le prerogative che la Costituzione gli assegna al fine di sanare una grave ingiustizia, di rendere il merito dovuto a chi come nessun altro ha servito l’Italia sia nel campo economico che nella sfera politica e istituzionale, contribuendo al prestigio dell’Italia nel mondo e cercando di pacificare finalmente un Paese diviso da profonde contrapposizioni politiche.

Il capo dello Stato si assume in questo modo una grande responsabilità di fronte alla storia e al futuro dell’Italia. Intendiamo perciò confermare la volontà di proseguire senza tentennamenti una battaglia ferma e intransigente in Italia e in Europa a difesa della nostra democrazia e della nostra libertà. Una battaglia sempre più necessaria considerato che le più alte istituzioni di garanzia hanno rinunciato a garantire e tutelare una libertà minacciata da una magistratura divenuta un contropotere irresponsabile ed incontrollabile. Infine, quello che la sinistra progetta di far succedere in Senato davvero non si può chiamare altro che ’colpo di stato’".

venerdì 22 novembre 2013

Corteo No Tav a Roma ....... passato il limite

"Si è passato il limite". Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, non usa mezzi termini per condannare quanto avvenuto martedì pomeriggio nel cuore del centro storico di Roma, in occasione del vertice Italia-Francia, teatro di violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti No tav e di due tentati assalti a sedi del Pd. L'inquilino di Palazzo Chigi esprime a chiare lettere la posizione del governo: "non credo che siano giustificabili in nessun modo le scene che abbiamo visto - ha proseguito Letta -. Lo dico davanti a tante parole giustificazioniste ascoltate" in questi mesi
Ma il ministro dell'Interno Angelino Alfano, senza usare mezzi termini, ribadisce che "la mano del governo sarà severissima e ferma contro chiunque voglia saccheggiare e devastare qualunque città italiana. Siamo lo Stato e siamo sempre più forti dell'anti-Stato". Il ministro, che oggi a Roma ha incontrato i vertici delle forze dell'ordine e il prefetto Giuseppe Pecoraro, ha aggiunto che "offriremo la massima collaborazione al sindaco Marino e garantiamo ai romani che faremo di tutto per far sì che la Capitale soffra sempre meno per cortei con finalità non sempre belle. Roma si trova a pagare un tributo per essere il luogo di raccolta delle varie manifestazioni del Paese".
Dopo gli episodi di ieri "sarà innalzato il livello di attenzione davanti le sedi del Pd nella Capitale, che sono comunque già presidiate", assicura il questore di Roma Fulvio della Rocca dopo l'incontro con il ministro Alfano. L'assalto ieri alla sede del Pd era stato duramente.
Intanto il bilancio di quanto avvenuto a Roma, in via dei Giubbonari, ad una manciata di metri da piazza Campo de Fiori e piazza Farnese, sede dell'ambasciata di Francia, parla di 8 feriti: sei agenti, un manifestante e un militante del Pd, quest'ultimo rimasto ferito durante il tentativo dei No Tav di fare irruzione nella storica sezione del partito .
Su quanto avvenuto la Procura ha aperto un fascicolo di indagine. E già ci sono i primi nomi di chi ha partecipato agli scontri. Una decina, tra cui anche alcuni organizzatori, sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale.

martedì 19 novembre 2013

Il papa: col progressismo arrivano i sacrifici umani

di Massimo Introvigne
La nuova Bussola Quotidiana, 19 novembre 2013

Di solito La nuova Bussola Quotidiana non commenta le omelie di Papa Francesco a Santa Marta, non perché un'omelia pontificia non sia Magistero - lo è -, ma perché non ne sono diffusi testi ufficiali ma solo riassunti giornalistici. Ogni regola però ha le sue eccezioni, e l'omelia del 18 novembre - di cui traiamo citazioni da Radio Vaticana - è così significativa che merita di non essere ignorata. Si tratta di una fortissima denuncia, nel solco di Benedetto XVI, di un «progressismo» che «negozia» la fedeltà al Signore, cede a diabolici «padroni del mondo» e finisce per appoggiare «leggi che proteggono sacrifici umani».
Il Pontefice parla spesso della mondanità spirituale - che non è l'amore del lusso (quella è la mondanità materiale) ma il compiere opere buone per mero umanitarismo e non per amore di Dio - e nell'omelia è tornato sulla «radice perversa» di questa mondanità. La lettura del giorno, tratta dal Primo Libro dei Maccabei, ci mostra «uomini perversi» che vogliono spingere Israele ad allearsi con i potenti del tempo, anche se sono nemici di Dio. Il discorso di questi perversi, ha detto il Papa, si può riassumere così: «Siamo progressisti, andiamo con il progresso dove va tutta la gente».
Questo «spirito del progressismo adolescente» che si adatta ai poteri forti dominanti e «crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà» è la radice della perversità. Ed esiste ancora oggi. Il progressista «negozia» «la fedeltà al Dio sempre fedele», e questo negoziare la fedeltà al Signore, si chiama «apostasia» e «adulterio».
Con riferimento più che implicito a quanti criticavano il predecessore Benedetto XVI per l'espressione «valori non negoziabili», Papa Francesco ha detto che allontanandosi dai precetti del Signore per conformarsi ai poteri dominanti questi progressisti, a ben guardare, «non negoziano i valori ma negoziano la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità».
Come va a finire? La lettura biblica ce lo mostra: «accadono le conseguenze. Hanno preso le abitudini dei pagani, poi un passo avanti: il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Non è la bella globalizzazione dell’unità di tutte le Nazioni, ma, ognuna con le proprie usanze ma unite, è la globalizzazione dell’uniformità egemonica, è proprio il pensiero unico. E questo pensiero unico è frutto della mondanità». È quello che oggi si chiama il nuovo ordine mondiale, che però la Bibbia chiama «abominio di devastazione» e adorazione di idoli imposti dai più forti.
«Questo succede anche oggi?» si è chiesto il Pontefice. E ha risposto: «Sì. Perché lo spirito della mondanità anche oggi c’è, anche oggi ci porta con questa voglia di essere progressisti sul pensiero unico». Nel brano del Primo Libro dei Maccabei si legge che «se presso qualcuno veniva trovato il Libro dell’Alleanza e se qualcuno obbediva alla Legge, la sentenza del re lo condannava a morte», perché il re si era venduto ai nemici di Dio. «E questo - afferma il Papa - l’abbiamo letto sui giornali, in questi mesi. Questa gente ha negoziato la fedeltà al suo Signore; questa gente, mossa dallo spirito del mondo, ha negoziato la propria identità, ha negoziato l’appartenenza ad un popolo, un popolo che Dio ama tanto, che Dio vuole come popolo suo». Anche oggi i cristiani rischiano la prigione o peggio se si rifiutano di negoziare la loro identità.
Il Pontefice ha citato un romanzo - non proprio progressista - del pastore anglicano, figlio dell'Arcivescovo di Canterbury, convertito al cattolicesimo e divenuto sacerdote cattolico Robert Hugh Benson (1871-1914),«Il padrone del mondo», che fustiga precisamente i cristiani progressisti che cedono ai poteri forti e svendono la loro fede. Il romanzo, ha detto Francesco, denuncia giustamente «quello spirito di mondanità che ci porta all’apostasia», uno spirito che minaccia la Chiesa ancora oggi. Infatti, ci sono ancora nella Chiesa - e sono tanti - coloro che pensano che «dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente». Poi purtroppo «segue la storia»: la Bibbia mostra «le condanne a morte, i sacrifici umani». Sbaglia chi pensa che siano cose di un passato remoto, «Ma voi – ha chiesto il Papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono». Ogni riferimento all'aborto e al l'eutanasia non è casuale.
«Ma quello che ci consola - ha concluso il Papa - è che davanti a questo cammino che fa lo spirito del mondo, il principe di questo mondo, il cammino di infedeltà, sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il Fedele: Lui sempre ci aspetta, Lui ci ama tanto e Lui ci perdona quando noi, pentiti per qualche passo, per qualche piccolo passo in questo spirito di mondanità, andiamo da Lui, il Dio fedele davanti al Suo popolo che non è fedele. Con lo spirito di figli della Chiesa preghiamo il Signore perché con la Sua bontà, con la Sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, portandolo per mano, come un papà porta il suo bambino. Alla mano del Signore andremo sicuri».

lunedì 18 novembre 2013

Nuovo Centrodestra, Dorina Bianchi: tutti i cambi di partito

Nella nuova compagine di Alfano militano già persone che hanno un passato politico quantomeno variegato. La Bianchi è una di loro.

Nuovo Centrodestra, Dorina Bianchi: tutti i cambi di partito
Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e compagnia non può che essere passato al setaccio, in questi giorni, per trovare curiosità, stranezze e simili. E non parliamo dell’enorme stupore che destano i passaggi post-berlusconiani dei fedelissimi Cicchitto, Giovanardi e Schifani (il cui significato andrà ben indagato e sviscerato). Ma di casi minori (non ce ne voglia nessuno), come, per esempio, quello di Dorina Bianchi.
La Bianchi, neuro-radiologo, pisana, si avvicina alla politica nel 2001. Con il Centro Cristiano Democratico (all’interno della Casa delle Libertà), candidata nel Collegio Uninominale di Crotone. Viene eletta superando il candidato dell’Ulivo per 85 voti e diventa deputata.
Nel 2002 passa all’Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, e ci rimane fino al 2005.
Poi, il grande salto: entra a far parte della Margherita, fino al 2007.
Coerentemente con il percorso, nel 2007 la vediamo aderire al Partito Democratico.
L’idillio dura fino al 2009, quando eccola ritornare all’Unione di Centro.
Nel 2011, sorpresa: è nel Popolo delle Libertà.
Nel 2013 aderisce al Nuovo Centrodestra di Alfano.
Da destra a sinistra come se fosse tutto uguale, senza passare dal via.

Ecco il Nuovo Centrodestra . . . . auguri! . . . . . . per un buon................ "futuro e libertà"

La squadra di deputati e senatori

- Sono 57 i "dissidenti" che hanno scelto di non aderire alla rinascita di Forza Italia. Trenta senatori e 27 deputati hanno seguito Angelino Alfano dando vita alla formazione del Nuovo Centrodestra: parlamentari "governisti", insomma, che hanno giurato fedeltà all'esecutivo di Enrico Letta. Ecco chi sono.
CAMERA
Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Dorina Bianchi, Antonino Bosco,Raffaele Calabrò, Maurizio Cicchitto, Enrico Costa, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Filippo Piccone, Vincenzo Piso, Sergio Pizzolante, Barbara Saltamartini, Rosanna Scopelliti Raffaello Vignali.
SENATO
Renato Schifani, Piero Aiello, Andrea Augello, Antonio Azzolini, Laura Bianco, Giovanni Bilardi, Stefano Antonio Caridi, Federico Chiavaroli, Francesco Colucci, Luigi Compagna, Antonio D'Alì, Nico D'Ascola, Giuseppe Esposito, Roberto Formigoni, Antonio Gentile, Carlo Giovanardi, Giuseppe Marinello, Paolo Naccarato, Pippo Pagano, Gaetano Quagliariello, Luciano Rossi, Maurizio Sacconi, Francesco Scoma, Salvatore Torrisi, Guido Viceconte.


sabato 16 novembre 2013

CHI SONO I TRADITORI . . . .

Lo strappo è servito. Lo psicodramma del Pdl si conclude, forse, nel peggiore dei modi possibili: la scissione. Forza Italia da un lato, Nuovo Centrodestra dall'altro. Silvio Berlusconi ha provato fino all'ultimo a preservare l'unità del partito, ma la missione è fallita. Le posizioni del Cavaliere e di Angelino Alfano, a partire da quelle sul governo e fino ad arrivare agli organigrammi del nuovo partito, erano inconciliabili. I rancori tra falchi e colombe hanno fatto il resto. Addio, dunque. O forse arrivederci, poiché Berlusconi ha invitato chi è restato con lui a non puntare il dito contro gli "strappisti", che alle prossime elezioni saranno alleati naturali di Forza Italia, "proprio come Fratelli d'Italia e la Lega Nord". Con Alfano se ne vanno diversi big del Pdl, che ora, nome per nome - e a partire dal leader - passiamo in rassegna: chi sono, cosa vogliono e che cosa faranno.
Angelino Alfano - Non si può non partire dall'ex segretario del Pdl, nonchè ex delfino del Cavaliere, attuale ministro dell'Interno e vicepremier. Anche Angelino ha provato a non rompere con Silvio, ma per i motivi già spiegati l'epilogo di questa mediazione è stato amaro. "Non avrei mai pensato di non aderire a Forza Italia - ha spiegato venerdì -, ma sono prevalse le forze esterne". Alfano, dunque, accusa i falchi per la rottura, Santanchè e Verdini in primis. Lui il leader naturale della nuova creatura, a lui i compiti più difficili: strategie e alleanze su tutti. Dovrà dimostrare di essere in grado di reggere la sfida. E dovrà anche guardarsi le spalle da chi lo vorrà subito detronizzare. La politica è una brutta bestia...
Maurizio Lupi - Ciellino, ministro delle Infrastrutture, grande mediatore, al pari di Alfano ha lavorato per l'unità, cercando di frenare chi - come Formigoni - voleva creare nuovi gruppi al più presto. Emblematico un tweet consegnato al web poco prima dell'ufficializzazione della rottura: "Le abbiamo provate tutte per stare uniti. Ma non si può gettare nel caos il Paese". Governista, nella nuova squadra di Alfano avrà un ruolo di primissimo piano.
Gaetano Quagliariello - Incarnazione del "colombismo", malvisto dai falchi per la sua presunta doppiezza, il ministroper le Riforme Istituzionali è stato uno dei più attivi per arrivare allo strappo (ricordiamoci il foglio "consegnato" agli obiettivi dei fotografi nel giorno della fiducia a Letta, sul quale raccoglieva le firme di chi era contrario alla spallata). Nonostante l'attivismo, l'ex radicale, cattolico, giura di aver provato fino all'ultimo ad evitare lo strappo: "Ringrazio Dio di avermi dato la forza di essere l'ultimo a trattare con Berlusconi - ha detto -. Se poi altri hanno vanificato il mio impegno non ho nulla da rimproverarmi". Venerdì, a Palazzo Grazioli, Quagliariello sembrava avesse convinto il Cav a sottoscrivere un documento che prevedeva di tenere separate sorti del partito da quelle del governo. Ma non è andata così.
Nunzia De Girolamo - Vittima di un travaglio interiore, il ministro dell'Agricoltura, grata e devota a Berlusconi, forse spinta dal suo ruolo nel governo, alla fine ha deviato lungo la strada battuta da Alfano. Nunzia, incarnazione delle larghe intese (il marito è il democratico Francesco Boccia), ha provato fino all'ultimo a sostenere tutte le buone ragioni per le quali la spaccatura era da evitare. Missione fallita. Ora spiega: "Ho difeso e difenderò Berlusconi fino in fondo, ma il Paese va governato e staremo al governo finché fa delle cose".
Beatrice Lorenzin - Il ministro della Sanità, pur contraria alla rottura, si è tenuta piuttosto defilata nelle schermaglie delle ultime settimane. Aveva però chiesto, per entrare in Forza Italia, regole di democrazia interna che permettessero una leale convivenza "tra anime diverse ma non incompatibili". Colombissima, di fronte allo spettro di un partito a trazione-Santanchè, senza pensarci, si è tenuta lo scranno ministeriale e la leadership di Alfano.
Roberto Formigoni - Il falco delle colombe, attivissimo, fin dal voto di fiducia, in vista della spaccatura, da lui reputata inevitabile. Da sempre in aspro contrasto con le anime più radicali del Pdl - leggasi, tra le varie, Mussolini e Santanchè - il ciellino ed ex governatore lombardo ha lavorato sodo contro i falchi. Per lui il nuovo partito con Alfano leader è "evoluzione naturale". Ora vuole le primarie: "Il candidato premier si sceglierà con le primarie". Nome pesantissimo e influentissimo, il senatore Formigoni, con le primarie, forse mira a prendersi la leadership degli strappisti.
Renato Schifani - Ormai ex capogruppo del Pdl al Senato, da molti attenti osservatori viene indicato come il vero cervello dietro l'operazione che ha portato alla scissione. E' solo una coincidenza, ma tutto iniziò con il suo rifiuto a leggere in Senato le motivazioni con il quale il Pdl annunciava la sfiducia a Letta il 2 ottobre (scelta poi sconfessata da Berlusconi in persona, che parlò al suo posto in aula). Pur da sempre fedele al Cav, di natura moderato, ha reputato che la situazione nel Pdl/Forza Italia, per lui e quelli come lui, fosse insostenibile. Meglio andarsene e sostenere l'area filo-governativa.
Fabrizio Cicchitto - Al pari di Schifani, è uno dei grandi manovratori che hanno portato alla scissione. Alfaniano convinto, l'ex socialista non ha mai mostrato la minima fiducia nella possibilità di trovare un'intesa con i falchi. In concomitanza con la rottura di venerdì, già spiegava: "Servono nuovi gruppi per creare, in prospettiva, un nuovo soggetto politico". Per Cicchitto, la nuova Forza Italia è una vecchia ricetta: "Tra oggi e il '94 tutto è diverso". Oggi, infatti, il suo leader è Alfano. Molto influente, Cicchitto sarà tra i primissimi protagonisti della nuova avventura.
Carlo Giovanardi - Il vulcanico ex democristiano, molto cattolico e altrettanto discusso, con la sua consueta spigliatezza, sin dal principio, si è schierato senza indugi con Alfano, lavorando i falchi ai fianchi. Lui avrebbe voluto rompere già un mese e mezzo fa, nei giorni della fiducia. La scissione non avvenne, ma non ha mai mostrato il minimo dubbio sulla possibilità che, prima o poi, sarebbe arrivata. Aveva ragione.

SI RIPARTE - FORZA ITALIA


venerdì 15 novembre 2013

il PD fischiato - - - - a MATERA fischiatissimo EPIFANI con i suoi


C'ERAVAMO TANTO ...... AMATI

COLLAGE DELLE IMMAGINI DI UN AMORE . . . . FINITO?
CHI LA SPUNTA?

IL CAPO .... CON L'INGRATO

CERTO CHE TI FA MALE LA TESTA!

BONI QUESTI!

FORZA ITALIA - FORZA SILVIO . . . . IL RESTO NULLA

CHI DICE COSE SENSATE E CHI . . . COSPIRA

LE POLTRONE NON SI VEDONO MA SONO ATTACCATE AI LORO C...

RIOTTOSI MA SINCERI E LEALI

BELLE SQUADRA . . . . DI TABURELLO

LUI PREGA . . . . MA ARRIVANO SOLO BENEDIZIONI

VIGNETTA . . . VERA

I VERI COSPIRATORI

COSA GLI DIRA' IL CAPO STAVOLTA?

SEMPRE CON TE SILVIO