Un migliore utilizzo delle royalties del petrolio, zone a fiscalità
agevolata e riduzione dei costi della politica. Potrebbe essere
riassunta così la ricetta proposta alcuni giorni fa da Gianpiero Samorì
presidente di Moderati in Rivoluzione nel corso della sua visita in
Basilicata che ha fatto tappa a Scanzano al Miceneo Palace Hotel. Ha
espresso, con una punta di amarezza, la sua opinione sull’esclusione
della lista nel Materano: “Per una firma”. E poi ha aggiunto: “Prendere
almeno un consigliere sarebbe già una bella medaglia al merito”.
“Un uso migliore delle riserve energetiche, le royalties del petrolio
devono essere sfruttate meglio così come le risorse naturali di gas.
Riparametrazione delle royalties più sui comuni che sulla regione.
Risorse monetarie che andrebbero orientate verso lo sviluppo economico e
occupazionale”, ha detto. Rispetto alle politiche occupazionali ha
aggiunto: “Incentivare le industrie di trasformazione e produzione che
esistono in loco, inutile pensare ad aziende che non hanno attinenza con
il territorio che così rischierebbe di essere deturpato. Grande impegno
e massima concentrazione sul valore aggiunto che potrebbe offrire il
turismo qualificato e lo sviluppo ecosostenibile in ambiente integro. Il
ruolo dello Stato, in Basilicata e nel Mezzogiorno in generale,
dev’essere quello di promuovere delle aree a fiscalità di vantaggio per
le attività ad alto valore aggiunto. Come accaduto in Irlanda per
esempio, in questo modo si attirerebbero aziende in grado di garantire
un futuro a persone di elevata professionalità”.
Samorì, sollecitato dai cronisti, sul suo presunto terzo posto nelle
classifiche nazionali dei più ricchi d’Italia, ha così commentato:
“Dicono così ma non è vero. Magari fosse vero”, ha risposto con il
sorriso. “Per mia sfortuna non sono il terzo uomo più ricco d’Italia, mi
avrebbe fatto piacere. Solo i bugiardi direbbero di non essere
felici”.
Infine il suo appello affinché siano ridotte le spese della politica:
“Solo la Camera dei Deputati in Italia, quest’anno, è costata un
miliardo e centottanta milioni di euro. La Francia per l’organo
equivalente spende duecentoventi milioni di euro l’anno. La presidenza
della Repubblica in Italia costa più di un miliardo allo Stato. In un
momento di crisi come questo tutte le risorse andrebbero date alle
imprese e alle famiglie”, ha concluso.
Nessun commento:
Posta un commento