''Al momento mi sembra difficile trovare un accordo''. Lo dichiara
Fabrizio Cicchitto in serata, alla fine dell' ennesimo incontro del
gruppo dei governativi del Pdl che tornera' a riunirsi oggi alle 13 per
prendere una decisione definitiva alla vigilia del Consiglio nazionale
di domani dove Silvio Berlusconi rilancera' Forza Italia. I ministri del
Pdl e la componente governativa del partito potrebbero decidere di non
partecipare a questo appuntamento. Si dichiara pessimista sul fronte
opposto Paolo Romani che con Maurizio Gasparri ha incontrato a lungo
Berlusconi: ''Non ci sono piu' le condizioni per arrivare a una
mediazione''. Riunioni parallele ieri sera. Da un parte quella dei
governativi con il vicepremier Angelino Alfano. Dall'altra, a palazzo
Grazioli, quella tra Berlusconi e Raffaele Fitto, leader dei lealisti
che seguirebbero il Cavaliere nel caso dovesse annunciare domani il
ritiro dell'appoggio al governo. E' il problema del governo di larghe
intese a restare il centro del dissenso tra le due ali del Pdl. ''Il
partito dei falchi e' quello della crisi al buio. Dobbiamo mantenere
separate le questioni della vita del governo dalla decadenza da senatore
di Berlusconi. Difenderemo fino in fondo il Cavaliere, ma il
governo deve restare una questione distinta'', avrebbe detto Alfano,
secondo alcune indiscrezioni, nella riunione serale con i governativi.
Il vicepremier punterebbe i piedi sulla posizione che va sostenendo da
alcune settimane: massima solidarieta' a Berlusconi per quella che e'
definita anche dai governativi una ''persecuzione giudiziaria'' ma
lealta' al governo rispetto al quale non ci sarebbero alternative, se
non la prospettiva di elezioni al buio nelle quali per altro Berlusconi
non potrebbe candidarsi a guidare il centrodestra per via degli effetti
della legge Severino dopo la sua decadenza dal Senato. Alfano avrebbe
ripetuto per l'ennesima volta: ''Faremo battaglia per difendere
Berlusconi fino alla fine''. Roberto Formigoni parla di divisioni
insanabili: ''La scissione e' nelle cose, sia chiaro che l'hanno voluta i
lealisti. E' colpa loro. Noi abbiamo dato segnali di apertura e non
abbiamo ceduto alle provocazioni''. L'ex governatore della Lombardia
sostiene che la proposta di separare i problemi giudiziari di Berlusconi
dalle sorti del governo non sarebbe stata accettata dal Cavaliere:
''Non vogliamo che il Consiglio nazionale si trasformi in una rissa. Se
non c'e' accordo, meglio non parteciparvi''. Il senatore Andrea Augello
rilancia la palla nei pressi di palazzo Grazioli: ''Il presidente del
Pdl faccia una proposta. La nostra posizione e' chiara ed e' quella che
Berlusconi ha fatto propria il 2 ottobre''. Le condizioni poste dai
governativi per una loro permanenza nel partito sono precise: un nuovo
documento politico di rilancio di Forza Italia in cui si affermi la
giustezza della battaglia contro la decadenza di Berlusconi confermando
pero' che l'esecutivo puo' proseguire la sua marcia fino al 2015;
l'inserimento nello Statuto del nuovo partito di un articolo che preveda
due coordinatori da affiancare a Berlusconi (Alfano e Fitto) con il
potere di controfirma delle liste elettorali di Forza Italia.
Quest'ultima ipotesi servirebbe a rendere esplicito che all'interno del
partito ci sono due componenti destinate a convivere dopo vent'anni in
cui e' stato il solo Berlusconi a dettare la linea. Fitto, a nome dei
lealisti, avrebbe invece proposto al Cavaliere di rendere il documento
politico su cui si basa il rilancio di Forza Italia ancora piu' netto
nella formulazione che esclude il sostegno al governo nel caso il Pd
voti a favore della decadenza di Berlusconi dal Senato. I lealisti del
Pdl sono convinti di avere con se' la maggioranza dei parlamentari del
partito e dei componenti del Consiglio nazionale. Da qui il
consiglio a Berlusconi di non accettare i compromessi proposti da Alfano
che tra l'altro - dicono - prevederebbero una responsabilita'
collettiva per la formazione delle liste togliendo questo potere al
Cavaliere. Nessuna indiscrezione sulla decisione finale di Berlusconi,
anche se i bookmakers di Montecitorio ritengono piu' probabile che l'ex
premier domani possa accettare come inevitabile la scissione del Pdl nel
momento in cui rilancia Forza Italia e cerca di ricreare intorno a se'
l' entusiasmo del 1994, quando decise di scendere in campo nella
competizione politica.
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