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sabato 20 ottobre 2012

La ricetta Renzi fa discutere bersaniani e Udc

No alla patrimoniale, lotta all'evasione fiscale e alla burocrazia che soffoca il Paese, largo al merito, diminuzione della pressione fiscale a partire da una proposta che può diventare uno slogan: 100 euro in più al mese nelle tasche dei ceti medio-bassi (costo 20 miliardi, da recuperare con il taglio del 15% della spesa pubblica intermedia e intervenendo anche su una parte dei contributi alle imprese secondo il modello Giavazzi). La ricetta economica di Matteo Renzi – illustrata nell'intervista pubblicata ieri dal Sole 24 ore – comincia a far discutere i democratici di area bersaniana e i centristi dell'Udc, possibili interlocutori di governo dopo le elezioni.
La ribadita fedeltà all'agenda Monti per quel che riguarda il rigore dei conti e il no alla patrimoniale sono apprezzati da Gian Luca Galletti, voce economica di Pier Ferdinando Casini. Che però boccia la proposta fiscale: troppo generica. «Sembra più uno slogan berlusconiano che un intervento di politica fiscale – dice Galletti –. Quanto al reperimento delle risorse, siamo ai tagli lineari di tremontiana memoria. Bisogna piuttosto intervenire sulle famiglie attraverso il meccanismo del quoziente: aiuti fiscali in base al numero dei figli». Quanto alla patrimoniale, per l'Udc non si tratta di un'avversione ideologica: «C'è già l'Imu. Noi siamo contrari a misure depressive».
Rilancia invece la patrimoniale come strumento di redistribuzione del reddito il lettiano Francesco Boccia, responsabile Pd delle commissioni economiche e schierato con Bersani alle primarie. «L'amico Renzi appare troppo timido sulla tassazione delle rendite e sulla patrimoniale. È vero che c'è già l'Imu, ma va alleggerita sulla prima casa». Di contro Boccia apprezza l'insistenza sul merito e sulla riforma della burocrazia come chiave di volta per modernizzare il Paese. E anche lo "slogan" dei 100 euro in busta paga per il ceto medio gli appare efficace. Piuttosto va specificata meglio la copertura. «Indicare con precisione dove e come si taglia, e prevederne il costo sociale. È la maledetta normalità delle politica vera». Attenzione, dunque, da parte di un bersaniano come Boccia. Che invita tutti a contribuire, anche dopo le primarie: «Renzi e le sue proposte sono un patrimonio per il Pd». Da Largo del Nazareno nessun commento nel merito. Ma all'accusa renziana di non avere un programma il segretario replica attraverso il responsabile delle comunicazione Stefano Di Traglia: «Imputare a Bersani, padre delle liberalizzazioni e di riforme importanti per l'Italia, di non avere un programma è evidente segno di debolezza».


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