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sabato 20 ottobre 2012

Laicismo e fondamentalismo alimentano la cristianofobia . Se ne discuta nei nostri consigli comunali . Di Luigi Lamma


LIBERI DI CREDERE
 di Luigi Lamma  
( N.D.R. : Direttore del settimanale diocesano NOTIZIE, della Diocesi di Carpi-MO)

Dall’Iraq all’Egitto, dalla Nigeria al Pakistan è stato un Natale di sangue e di sofferenza per i cristiani. Se qualcuno, anche tra i credenti, pensa che la cosa non ci riguardi ha sbagliato i suoi calcoli. In Europa sono ormai anni che il fatto cristiano è osteggiato e cancellato nella sua dimensione pubblica. L’ultimo segno di questo accanimento la cancellazione del Natale dai calendari dell’Unione Europea. Benedetto XVI l’ha affermato con una chiarezza disarmante: la sfida alla libertà religiosa si gioca tra due “estremi negativi” il laicismo da una parte e il fondamentalismo dall’altra. Il primo “in modo spesso subdolo” vorrebbe emarginare la fede e ridurla ad un fatto privato, il secondo invece vorrebbe imporla con la forza e la violenza. A ragione si parla di cristianofobia per definire l’odio che si scaglia contro comunità di cristiani fragili e minoritarie con il solo obiettivo di intimorire ed indurre alla fuga.  E’ il tempo della mobilitazione ad ogni livello.
Il Papa ha invitato di nuovo, dopo 25 anni dal primo storico incontro, i rappresentanti delle religioni ad Assisi per invocare insieme il dono della pace. Da Pax Christi, alla comunità di Sant’Egidio è stato un moltiplicarsi di iniziative a favore della pace che quest’anno aveva come tema la tutela della libertà religiosa fondamento di ogni diritto. Ora però non ci si può fermare. Di fronte alle scene di efferata violenza contro i cristiani dal Presidente della Repubblica agli esponenti di tutti gli schieramenti politici si è alzato un coro unanime di indignazione e di condanna. Oltre 180 parlamentari hanno firmato un appello affinchè il Parlamento approvi una mozione che “richiama l’attenzione di tutti, credenti e non credenti, su questa ondata di cristianofobia e impegna a mettere in moto tutte le iniziative necessarie per difendere il diritto alla libertà religiosa, diritto universale e inalienabile. Diritto che tutela nello stesso tempo una piena laicità dello Stato e il massimo di libertà individuale e sociale”. E’ troppo attendersi che anche in Regione, in Provincia e nei nostri Comuni si faccia altrettanto? Non per una banale emulazione ma suscitare un’occasione di riflessione su questi gravi fatti di violenza contro i cristiani e, perché no, stimolare anche una verifica su cosa voglia dire oggi, per un’amministrazione locale, tutelare la libertà religiosa come diritto fondamentale del singolo e costitutivo della convivenza sociale. Non lo si consideri un esercizio inutile o l’ennesima occasione per uno scontro ideologico. Qui si gioca il futuro delle comunità locali, dove i segnali di insofferenza e intolleranza cominciano ad emergere. Di fronte alla soluzione più sbrigativa di eliminare dalla sfera pubblica la religione, secondo una errata concezione della laicità, occorre avere il coraggio di ritenere la libertà religiosa un valore essenziale e positivo nella vita di tutte le comunità. E’ uno dei primi compiti di questo nuovo anno. Auguri di pace.

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