Il leader del Pd: «Giovedì al Colle senza diktat a Napolitano». Fiducia, la Lega: possibile uscire dall'Aula del Senato
Il Movimento 5 stelle voterà no ad un governo guidato da Pier Luigi Bersani, ma il premier incaricato attende ancora la «risposta conclusiva» delle forze parlamentari alla sua proposta del «doppio binario» - esecutivo per fare poche e selezionate riforme e assemblea costituente per modificare le istituzioni - prima di riferire giovedì al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Gli occhi sono puntati ora su Pdl e Lega, gli unici, dopo il rifiuto dei grillini, a poter consentire la nascita di un governo Bersani, eventualmente dopo un'intesa sul nuovo presidente della Repubblica. Il leader del Partito democratico ha detto che sua intenzione è salire al Quirinale domani per riferire sull'esito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, ma «se le forze politiche hanno bisogno di riflettere, non è questione di un'ora in più o un'ora in meno». La linea del segretario del Pd non sembra cambiare sui contenuti: l'offerta che rivolge a tutte le "forze parlamentari» è di appoggiare o consentire la formazione di un «governo del cambiamento» in cui trovano posto provvedimenti ostici al Pdl - legge sul conflitto di interessi, falso in bilancio, contrasto più duro alla corruzione - e parallelamente di partecipare ad una «convenzione», una sorta di assemblea costituente, aperta anche alle parti sociali che, sulla base di una legge ad hoc, abbia il potere di riscrivere le regole di funzionamento delle istituzioni.
M5S - Il portavoce al Senato del Movimento 5 stelle Vito Crimi ha ribadito stamane al leader del Pd che i grillini non ci stanno e voterebbero no alla fiducia ad un governo guidato da Bersani. «Il messaggio quasi unanime che riceviamo dai nostri elettori è quello di non dare una fiducia in bianco. Non ce la sentiamo di poterci fidare», ha detto Crimi durante l'incontro alla Camera - trasmesso in diretta streaming sul web - con Bersani. Il no di M5s a Bersani è stato votato all'unanimità dai gruppi di Camera e Senato, ha aggiunto. Poi in serata Crimi sembrava aprire ad un qualche esecutivo, purché senza Bersani: «Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia». Un nome estraneo ai partiti, avverte, «è bene che il Pd non lo faccia, altrimenti lo brucia. Non voteremo mai - sottolinea - un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza». Poi però su Facebook Crimi fa di nuovo un passo indietro smentendo di aver mai detto «se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia». La frase secondo il capogruppo M5S «è stata estrapolata dopo la consueta raffica di domande a cascata dei giornalisti, e si deve intendere nel senso di «tutto un altro percorso istituzionale».
L'INCONTRO - «Ascoltandola mi è sembrato di essere davanti a una puntata di Ballarò - ha risposto per prima Lombardi, capogruppo M5S alla Camera -. Sono vent'anni che sentiamo le stesse cose». «Noi invece siamo quelli insani di mente - ha suggerito riprendendo le parole di Bersani - abbiamo un progetto politico». Poi è toccato a Crimi, capogruppo al Senato: «Sì al sostegno pieno su singole proposte condivisibili ma la fiducia in bianco è un atto forte». «Anche su mandato degli elettori, malgrado altre voci dicano che ci stiano spingendo alla responsabilità - ha spiegato -, non ce la sentiamo di poterci fidare». E, sempre rivolto al premier incaricato, ha aggiunto: «Con tutta la bontà del suo impegno, gliene diamo atto, noi siamo la generazione che non ha mai visto programmi elettorali realizzati. E ci sentiamo di dover respingere la responsabilità sull'eventuale non partecipazione al governo. Siamo il risultato e non la causa di questi vent'anni di politica».
Nessun commento:
Posta un commento