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venerdì 30 novembre 2012

Casini, mia ricetta? Costruire una offerta politica seria

PROVE TECNICHE PER LA "LISTA PER L'ITALIA"
'Costruire una offerta politica seria e nuova che includa la politica che ha voluto il governo Monti, che ne ha assecondati gli sforzi, che lo ha sostenuto': e' questa la ricetta di Pier Ferdinando Casini per il futuro dell'Italia. 'Parlando con i giornalisti in occasione dell'incontro 'Insieme per l'Italia' promosso dall'Udc del Piemonte con il presidente delle Acli, Andrea Olivero, il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai e con il presidente di Assogestione, Domenico Siniscalco, sottoscrittori del manifesto 'Verso la Terza Repubblica' di Montezemolo, Casini ha detto che del nuovo soggetto politico al quale pensa deve far parte 'la gran parte della societa' civile che oggi si sente attratta non dal grillismo ma dall'impegno politico'. Sara' questa 'una proposta nuova, seria, costruita sulla credibilita''. Per Casini, bisogna dire 'basta promesse, populismi, demagogie perche' di tutte queste cose abbiamo ormai visto i risultati e non se ne puo' piu''.

giovedì 29 novembre 2012

IL PROF. PELLONI SU "VOCE"


29 novembre - Da Romano Pelloni riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviatagli da una ex badante e docente di educazione artistica (nella foto) vissuta a Carpi nel 2009 e rientrata in patria. La lettera, scrive Pelloni, “...nel clima natalizio può aiutare la nostra città” e costituisce una preziosa testimonianza, “...in un tempo in cui la cronaca nazionale registra gravi fatti nei quali sono coinvolte figure rumene”. Ecco il testo

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Grazie Carpi, grazie Italia!
Carpi, sono tanto lontana da te, ma ti ricordo spesso con nostalgia. Ti ringrazio per la tua ospitalità, per le tue magnolie fiorite, per gli spettacolari mercati di fiori con tanti colori e profumi, per i tuoi vecchietti con le loro storie di vita e di guerra, che mi hanno insegnato tanto, per i tuoi artisti, scultori e pittori che con tanta pazienza e disponibilità mi hanno mostrato la loro professionalità, per le chiese che mi hanno infuso la pace nell’anima, per la ge
ntilezza ed il rispetto della tua gente che con una incredibile apertura mi ha fatto sentire come a casa mia, accompagnandomi sempre con amicizia nei miei momenti di nostalgia del mio paese, pr la musica classica, ma anche la musica napoletana piena di passione e significato, che mi è rimasta nel cuore, per tutto quello che mi hai regalato spiritualmente.

A volte le parole non riescono a descrivere tutto ciò che c’è dentro di noi.
Quello che conta è che porterò nella mente Carpi come una città-gioiello d’Italia, e nel cuore come un dolce ricordo indimenticabile, sperando di poter tornare.
Una straniera sincera
Mariana Liuba

Ilva: Casini, indecente magistratura decida politica industriale

'Fermo restando che la sicurezza e la salute dei cittadini devono essere messe al primo posto e' una cosa indecente e molto preoccupante che alla magistratura siano affidate le scelte di politica industriale di un Paese, e' il presupposto per il fallimento del Paese'. Lo ha evidenziato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, entrando all'assemblea generale di Confcommercio, a Roma, parlando della situazione dell'Ilva di Taranto e della chiusura degli impianti disposta dalla magistratura.

Liste pulite: Casini, decreto sia chiaro per scelte trasparenti In Sicilia scelte dolorose che però ci hanno premiato


Noi siamo perché il decreto sull'incandidabilità sia chiaro, limpido e anche ferreo". Lo ha detto a margine di un'iniziativa di Confcommercio il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini interpellato sul decreto legislativo che il governo dovrà approvare domani in Consiglio dei ministri sull'incandidabilità.
"I partiti - ha aggiunto Casini - devono essere messi in condizione di fare liste trasparenti come quelle fatte in Sicilia dove abbiamo fatto scelte anche dolorose ma siamo stati premiati".


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Finalmente pronto il testo del decreto legislativo che fissa le regole per l'incandidabilità alle cariche pubbliche di condannati definitivi per reati gravissimi (mafia e terrorismo), per corruzione e concussione, e per tutti i delitti con una pena da quattro anni in su che già comportano la custodia cautelare. Le regole riguarderanno parlamentari italiani ed europei, enti locali e tutti gli enti in cui c'è una nomina pubblica, come le Asl.
Ricordiamo che ieri, mercoledì 28 novembre, è entrata in vigore la legge anticorruzione che contiene la delega affidata all'Esecutivo di redigere il testo sull'incandidabilità e questo termine sblocca di fatto l'iter della norma sulle liste "pulite" che sarà esaminata dal Consiglio dei ministri di venerdì prossimo.
Ieri il testo definitivo del decreto legislativo sull'incandidabilità dei condannati non era ancora pronto e i tre Ministeri interessati, ossia Interno (Annamaria Cancellieri), Giustizia (Paola Severino) e Pubblica amministrazione (Filippo Patroni Griffi), stavano lavorando per definire e limare il provvedimento, visto che l'impegno che il Governo si era assunto era quello di avere uno strumento legislativo pronto in tempo per le prossime elezioni. 
Chi sarà escluso dalla competizione elettorale? Chi ha commesso due categorie di delitti: quelli di particolare gravità, come associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso, contraffazione, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sequestro di persona, associazione finalizzata al traffico di droga, al contrabbando di tabacchi, traffico illecito di rifiuti, terrorismo. E quelli, con pena di almeno due anni, contro la Pubblica amministrazione, come peculato, corruzione, concussione, malversazione. Ma la delega indica anche, più genericamente, "altri delitti" per cui è prevista una pena detentiva superiore nel massimo a tre anni. E' proprio quest'ultimo, con l'indicazione aperta sugli 'altri delitti', il punto nel quale si dovrà esercitare la discrezionalità del Governo. Sulla quale si dovranno poi esprimere le commissioni parlamentari entro sessanta giorni, con parere obbligatorio ma non vincolante, prima che il decreto delegato sia definitivamente varato dal Governo.
Quindi, nel testo finale della legge non ci sarà una lista di reati: le fattispecie, numerosissime, discendono di fatto dal criterio fissato ad architrave del provvedimento: si va dal favoreggiamento personale, al falso materiale in atto pubblico, dallo stalking al voto di scambio; sono ricompresi i reati societari nelle ipotesi aggravate, la manipolazione dei mercati, l'aggiotaggio, i reati fiscali e tributari, i reati fallimentari come la bancarotta fraudolenta (mentre non rientra la bancarotta semplice). C'è anche nelle ipotesi aggravate, in particolare se sono coinvolte società quotate in Italia o all'estero, anche la corruzione tra privati, nuovo delitto introdotto dalla legge anti-corruzione appena approvata; e poi furto, rapina, truffa, riciclaggio, usura, abusivismo. Lo strumento normativo sarà il decreto legislativo, quindi all'interno della cornice della delega.
Alla ricerca di criteri oggettivi, di un "indicatore astratto" che eviti la trappola della lista dei reati, chi ha lavorato al testo ne avrebbe trovati due: i reati puniti con una pena di almeno cinque anni per i quali è prevista l'interdizione dai pubblici uffici e la norma contenuta all'articolo 280, secondo comma, del codice di procedura penale, "la custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni". Questa indicazione andrebbe però corretta con l'esclusione dei delitti colposi.


PARLIAMO DI FISCO . . . . .

"Avrei preferito una patrimoniale sui grandi patrimoni anziche' l'Imu". Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, intervenendo all'assemblea di Confcommercio a Roma. "Cosi' abbiamo un patrimoniale diffusa", ha concluso.
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"Il Parlamento e' impegnato con la spending review a trovare tutte le risorse possibili per evitare l'aumento" dell'Iva a luglio. Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, intervenendo all'assemblea di Confcommercio, a Roma. "Non si tratta di una richiesta corporativa, ma di buon senso", ha aggiunto, ed ha osservato: "un Paese in recessione va salvato e il tema dei consumi va rilanciato. Il vostro interesse, mai come in questo caso, e' quello del Paese", ha detto ancora rivolto all'assemblea riunita in piazza Belli, nella capitale.

Primarie Cs: Casini, Renzi ossessionato da alleanze non chieste

Soprattutto Renzi mi sembra ossessionato da alleanze che nessuno gli chiede". Lo ha detto, rispondendo ai giornalisti, il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, al suo arrivo all'assemblea generale della Confcommercio di Roma.
"Voglio tranquillizzarlo - ha aggiunto - parli dei problemi degli italiani che sono molto piu' seri e non di alleanze che nessuno gli chiede".

mercoledì 28 novembre 2012

La Sanità è in codice rosso Spesa delle Regioni fuori controllo

Perché Mario Monti punta l'indice sul sistema sanitario nazionale, dopo aver sottoposto l'Italia ad un elettroshock di tasse, tagli e altri sacrifici? Non pensiamo che il presidente del Consiglio, benché tecnico, sia politicamente sprovveduto. Il timore che il tutto fosse da collegarsi ad un buco di bilancio, circolata dopo le nuove stime al ribasso del Pil, che secondo l'Ocse renderebbero necessaria una nuova manovra nell'arco di due anni, è stato smentito dalla precisazione di palazzo Chigi: il nostro sistema sanitario di tipo universale è e può restare sostenibile, a condizione però che si arrivi a una sua profonda riorganizzazione. Non poteva mancare la levata di scudi di Rosy Bindi: «Non accetteremo un sistema di tipo assicurativo, proprio mentre negli Usa Obama cerca di introdurre principi simili a quelli del welfare europeo». Purtroppo per l'ex ministro della Salute e tra poco anche ex presidente del Pd, Monti ha ragione. E vi spieghiamo perché. Il capo del governo ha sul tavolo due documenti: uno della Ragioneria dello Stato, l'altro della Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute. Quest'ultimo fotografa la situazione attuale: «Nel 2011 - vi si legge - la spesa sanitaria complessiva è stata di 113 miliardi di euro, per la quasi totalità (112,2 miliardi) riferita alle regioni». Si tratta del 7,1 per cento del Pil: a titolo di raffronto, negli Usa la spesa è di 2.500 miliardi di dollari, circa il 17 per cento del Pil. La spesa procapite americana è di 7.500 dollari, cioè 5.600 euro, la più alta del mondo. Quella italiana di 1.851 euro. Il che sfata molti luoghi comuni, oltre a smentire in blocco Rosy Bindi. Ciò che continua ad essere sballato da noi, così come oltre Atlantico è certo discutibile la mancata copertura per chi perde il lavoro, sono la gestione e il controllo delle risorse. Dallo stesso rapporto del ministero emerge che un blocco di regioni (Lazio, Liguria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) accusa un deficit medio di 1,9 miliardi, mentre altre (Lombardia, Veneto, Toscana) evidenziano un utile di 134 milioni. Il paradosso, ma non troppo, è che si spende più nelle regioni con i conti a posto - oltre 2 mila euro procapite - che non in quelle in rosso, con il record minimo di 1.700 euro della Calabria. Un circuito perverso che è del resto simboleggiato dai debiti delle regioni: 15 miliardi la Campania, 11 il Lazio, sette il Piemonte, cinque la Sicilia, un miliardo la Puglia dove Nichi Vendola esibisce un risanamento ottenuto con il dirottamento dei fondi europei. Ma cosa ci aspetta per il futuro? Perché, come dice Monti, è a rischio la sostenibilità del sistema? Qui risponde la Ragioneria dello Stato: il suo report si chiama «Tendenze di medio e lungo periodo del sistema socio-sanitario». Eccole: «La spesa è destinata a passare, in uno scenario demografico costante, cioè senza cambiamenti nel rapporto tra le varie fasce di età previsto per i prossimi anni, da un'incidenza del 7,1 per cento sul Pil al 6,9 nel 2015 e al 7 nel 2020, per poi aumentare gradualmente da quell'anno in poi, arrivando al 7,3 nel 2025 e all'8,4 nel 2055-2060». Questo però per le patologie ordinarie. «Per quanto riguarda la Long Term Care, che comprende le prestazioni erogate ai non autosufficienti che hanno necessità di assistenza continua, la spesa presenta un potenziale di crescita decisamente più elevato». L'Italia, in altri termini, è al limite. Sicuramente spaccata in due tra regioni dove si paga e si pagherà sempre di più, e ci si cura peggio, e quelle dove accade il contrario. Il motivo? Lo spiega un terzo documento dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici nel Servizio sanitario nazionale. Dal quale apprendiamo che il costo di una siringa sterile varia da 2 a 65 centesimi. Una protesi d'anca da 284 a 2.575 euro. I pasti giornalieri di un paziente da 9,40 a 50 euro. Quelli di un dipendente da 4,62 al quadruplo. Eppure l'intero paniere di beni e servizi vale, da solo, oltre un terzo della spesa nazionale, la seconda voce dietro ai costi del personale. E la differenza è data proprio da una regione all'altra, da una Asl all'altra. Le regioni a loro volta si rifanno con addizionali e ticket a carico dei contribuenti. Il risultato è una sanità che non è né uguale per tutti, in termini di prestazioni e prezzi, e che grava su tutti noi almeno otto volte: con l'Irpef nazionale, con quello regionale, con l'Irap, con i ticket, con le quote sulle Rc auto, con le assicurazioni private per chi se le può permettere, e infine con i quattrini che tiriamo fuori di tasca nostra per medicinali e medici fuori convenzione, se non addirittura in nero. Chiedere almeno una riorganizzazione di tutto questo non è affatto un tabù e non richiede proteste ideologiche. C'è un evidente problema di controlli, che la riforma del titolo V della Costituzione attuata dall'Ulivo nel 2001 ha affidato alle regioni, senza prevedere una pari responsabilità. Il che oltre a spese record e servizi minimi, ha generato scandali e corruzione. C'è un problema di carico fiscale per cittadini e imprese. E c'è un problema di riordino: a cominciare dai medici di base, che spesso prendono dallo Stato il doppio di quello che lo stesso Stato riconosce ai primari e medici in prima linea negli ospedali. A settembre il governo aveva annunciato come primo passo la riorganizzare della medicina di base, con poliambulatori in servizio 24 ore: apriti cielo; scioperi e lobbying parlamentare. Se questo è l'antipasto, ben venga l'allarme lanciato da Monti.

Scuola: Cesa, è in piena crisi, basta con i libri dei sogni


"La scuola e' in crisi. Per questo ognuno e' chiamato a fare la propria parte: dai partiti al Governo, dal Parlamento alle istituzioni locali. Non servono libri dei sogni, ma tracciare linee di azione chiare per curare, in questi mesi ma soprattutto nella prossima legislatura, i mali della scuola italiana". Così Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, intervenendo al convegno "Primarie delle idee, idee per la scuola" organizzato dall'Udc a Roma.
"In questi quindici anni di bipolarismo 'l'un contro l'altro armati' - ha detto Cesa - ogni Governo ha imposto la sua riforma della scuola, finendo per sfiancarla. I problemi sono sempre gli stessi: dispersione scolastica, impreparazione, assenza di merito, scoraggiamento degli insegnanti, precariato diffuso, mancata autonomia, poco collegamento con il mondo del lavoro".
"Bisogna lavorare - ha concluso Cesa - per una scuola che garantisca libertà di scelta educativa senza impostazioni ideologiche, più autonoma, al passo con le sfide della competitività e della globalizzazione, in grado di formare davvero i giovani al lavoro e alla vita. Ogni risparmio che si ottiene tagliando sprechi e inefficienze nel settore scolastico - ha concluso Cesa - va reinvestito qui. Innovare la scuola vuol dire innovare il Paese".

Ilva: Casini, governo e parlamento corretti e tempestivi

'Sulla vicenda Ilva il governo e il Parlamento sono intervenuti con tempestivita' e correttezza. Non c'e' alcun piano del governo per limitare la corretta azione penale della magistratura. Si tratta di riaffermare con forza e oltre ogni ragionevole dubbio che l'esercizio dell'attivita' industriale dell'Ilva e' regolata dall'autorizzazione amministrativa rilasciata dalle autorita' competenti. Su questo non possiamo accettare equivoci di sorta'. Lo dichiara Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. (ANSA).

martedì 27 novembre 2012

SABATO TUTTE LE DONNE A FIRENZE . . . . POSSIBILMENTE ACCOMPAGNATE DAI MARITI E FIDANZATI

Sanita': Gustavino, patto salute sia spazio per equilibrio tra tagli e bisogni

"Il Patto per la salute tra Governo e Regioni deve essere il luogo dove trovare un punto di equilibrio tra le necessita' delle Regioni, di fare quadrare i bilanci, e del Governo di promuovere alcuni diritti. Un lavoro molto difficile allo stato attuale. Ma tutto in futuro dovrebbe abitare in un nuovo modello istituzionale del sistema". Ad affermarlo e' Claudio Gustavino, senatore dell'Udc e componente della Commissione Igiene e sanita', intervenuto oggi a Roma alla presentazione del rapporto Sic 2011 promosso da Federanziani.
"Dal rapporto Sic-Sanita' in cifre emerge - aggiunge il senatore dell'Udc - una disparita' nella tutela del diritto alla salute in Italia. Mentre credo che il messaggio che vada lanciato e' di ritrovare l'unita' d'intenti dentro il Sistema sanitario nazionale con la revoca del regionalismo e un ritorno ad un unico livello di legislazione in mano allo Stato".

Ilva: Carlucci, sono vicina a famiglie lavoratori Senza lavoro non si vive, trend in Puglia è preoccupante

"Sono vicina ai lavoratori che in queste ore hanno perso il lavoro e alle loro famiglie. Senza lavoro non si vive e la chiusura dello stabilimento di Taranto aumenta in modo drammatico la situazione occupazionale di una regione, la Puglia, che vede dati preoccupanti sulla disoccupazione giovanile, con il Salento che purtroppo guida il trend negativo. Già a fine settembre l`Istat indicava l`industria quale settore particolarmente in crisi nella regione. Adesso mi chiedo se si potevano tentare altre strade per rendere gli stabilimenti compatibili con l`ambiente e con la vita delle persone". Lo ha affermato, in una dichiarazione, Gabriellea Carlucci, parlamentare Udc eletta con il Pdl in Puglia, commentando l'annuncio della chiusura degli stabilimenti Ilva di Taranto.

Primarie: De Poli, complimenti al centrosinistra

"Facciamo i complimenti al centrosinistra per i 3/4 milioni di persone che sono andati a votare alle loro primarie. Al di la dei progetti e dei programmi e' stato un grande atto di democrazia, una democrazia interna che dai numeri che ha portato 4 milioni di persone a votare. Credo che questo sia uno dei metodi fondamentali per far allontanare l'antipolitica ed il grillismo che oggi e' imperante". A sottolinearlo e' il segretario dell'Udc del Veneto, Antonio De Poli.

domenica 25 novembre 2012

Elezioni: Casini, folle chi pensa a unita' moderati con Berlusconi Molto triste la vicenda tra Alfano e Berlusconi


'Solo chi e' in stato confusionale puo' pensare di candidare Maroni alla presidenza della Lombardia, di attaccare Monti e di ritenere che io debba fare con Berlusconi l'unita' dei moderati'. 
Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini a Sky Tg24 che gli domanda se sia lui il responsabile della discesa in campo di Silvio Berlusconi.

Per Casini 'la vicenda tra Alfano e Berlusconi e' molto triste. Ma quando si mette sullo stesso ring chi e' abituato a dare colpi sotto al cintura e chi e' abituato a rispettare le regole, le cose non potevano che andare cosi''.

Pdl: Casini, Berlusconi bugiardo,non metta Casini nei suoi casini

E' in stato confusionale, Pdl partito padronale
Roma, 25 nov. (TMNews) - "Tutti sanno che Berlusconi è uno dei più grandi bugiardi del mondo, ma non metta Casini nei suoi Casini". Con questo gioco di parole il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini risponde alle accuse dell'ex premier, che aveva detto: "Io mi sono tirato indietro, ma il signor Casini manca di parola, non ha fatto una piega".
"Solo chi è in stato confusionale può pensare di candidare maroni alla regione Lombardia, attaccare il presidente Monti e pensare di fare un fronte dei moderati assieme", ha detto Casini a 'SkyTg24'
Quanto al Pdl, "la vicenda tra Berlusconi e Alfano è molto triste, uno è abituato a dare colpi sotto la cintura e l'altro a rispettare regole. I fatti dimostrano che il Pdl è un partito padronale, mi dispiace, avrei preferito evoluzione seria di quel paritio in direzione Ppe".    

ADESSO BASTA LO DICIAMO NOI . . . . ALTRO CHE RENZI!!!!!!!!

BASTA LO DICIAMO NOI!
ORGOGLIO ITALIANO SIGNIFICA AMORE PER IL PAESE CONIUGANDO RIGORE E CRESCITA SENZA DIMENTICARE CHE CHI NON HA REDDITO CONGRUO (ALMENO 30.000 EURO) O PRESENTA PROBLEMI DI HANDICAP NON DEVE ESSERE PENALIZZATO.

IL "MONTI-BIS" E' RIDUTTIVO, AGENDA MONTI SIGNIFICA LAVORARE CON L'EQUILIBRIO "POLITICO" CHE CARATERIZZA IL CENTRO (UDC+FLI+VERSO LA TERZA REPUBBLICA E CHI SI AGGIUNGERA' NEL CAMMINO).

RENZI E VENDOLA DICONO NO AL CENTRO? OVVIO! SONO PIENI DI IDEE SBAGLIATE, UNO (RENZI) E' UN LIBERISTA PRESTATO ALLA SINISTRA, IL SECONDO E' UN TRADIZIONALISTA CONSERVATORE CHE PARLA DEI DIRITTI CIVILI E POI STATALIZZEREBBE ANCHE I BAR!

ALLORA? MONTI? NON SOLO!!

BASTA SUBIRE GLI ATTACCHI DEL "NULLA" BIPOLARE, DEI FALLITI DEL PD E DEL PDL!

ORGAMIZZAMO IL FRONTE CENTRALE PER UNA NUOVA ITALIA - SERIA - SOLIDALE E RIGOROSA, CON CHI NON AMA IL PAESE.

GIORGIO CAVAZZOLI


sabato 24 novembre 2012

SONDAGGI ...... NON MALE



DI MONTI C'E' ANCORA BISOGNO . . . . .

http://youtu.be/suV4t1TgN0E
Vogliamo continuare, il lavoro non e' finito. Di Monti c'e' ancora bisogno'. Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, intervenendo oggi a Bari all'assemblea 'Le donne per l'Italia – Insieme per il Sud'. Noi abbiamo le carte in regola perche' mentre altri - ha aggiunto Casini - hanno concorso alla deriva dell'Italia, noi anticipando la strada Monti l'abbiamo salvata e vogliamo continuare su questa strada, perche' se dopo un anno qualcuno ritiene che il lavoro sia finito vuol dire che vive sulla luna o su marte'. 'Monti ha consentito all'Italia di avere 200 punti in meno di spread. Se non fosse venuto Monti - ha detto Casini - non avremmo avuto i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Noi abbiamo salvato l'Italia dalla deriva greca'.

Lombardia: Casini,Berlusconi candida Maroni? Noi per Ppe italiano

Pierferdinando Casini ha ribadito che l'Udc ha una "linea decisa", ovvero quella di ricreare in Italia, una formazione che ricalchi quella del Ppe, gruppo parlamentare al quale aderiscono in Europa il suo partito, il Pdl e Fli e non la Lega Nord. "Oggi nel candidare Maroni alla presidenza della Regione Lombardia, Berlusconi dice che Casini deve tornare con lui - ha affermato il leader dell'Udc durante un convegno a Brescia - e' segno di una certa confusione". "Di che cosa stiamo parlando? Noi siamo decisi nella nostra linea che e' quella del Ppe".

Casini, contento che Renzi e Vendola attacchino Udc 'Le nostre ricette sono incompatibili con le loro'

Il teatrino della politica non ci interessa. Dobbiamo cercare di evitare la politica di demagogia e di populismo che ci ha rovinato'. 
Lo ha detto Pierferdinando Casini a Brescia.

'Che Renzi e Vendola attacchino l'Udc e' una cosa che mi fa piacere. Non c'e' dubbio che le nostre ricette sono incompatibili - ha detto Casini -, pero' in Italia c'e' la democrazia. Non ci possiamo esimere dall'esprimere con molta modestia la nostra opinione'.
'Berlusconi che oggi nel candidare Maroni a presidente della regione, segno di una certa confusione che lo caratterizza, dice 'Casini deve tornare con noi, e' lui che non vuol tornare' - ha detto Casini dal palco della Camera di commercio di Brescia -. Di cosa stiamo parlando? La nostra linea e' quella del Partito popolare europeo, che si augura che gli sforzi di Monti non si interrompano e che lo spirito di questo governo vada avanti anche nella prossima legislatura'.

venerdì 23 novembre 2012

Quella colletta che aiuta chi soffre e “arricchisce” chi dona

OGGI FAI LA SPESA PER I POVERI! I VOLONTARI DELLA "COLLETTA" ALIMENTARE TI ASPETTANO IN TANTISSIMI SUPERMERCATI ITALIANI


Oltre 130mila volontari della Fondazione Banco Alimentare onlus saranno presenti sabato 24 novembre in oltre 9.000 supermercati per invitare i cittadini a donare alimenti a lunga conservazione in occasione della 16esima Giornata nazionale per la colletta alimentare. Il cibo raccolto sarà distribuito a 8.600 strutture caritative convenzionate con la rete del Banco Alimentare (mense per i poveri, comunita' per minori, banchi di solidarieta', centri d'accoglienza, ecc.) che assistono un milione e 700mila persone povere.
Cosa è più utile donare - All'ingresso dei punti vendita verranno distribuiti dei volantini che spiegheranno cosa è più utile donare. Ognuno potrà, a propria discrezione, scegliere fra diversi prodotti a lunga conservazione come olio, omogeneizzati, alimenti per l'infanzia, pesce e carne in scatola, legumi in scatola, pelati e sughi. I volontari non potranno invece accettare prodotti deperibili o offerte in denaro. Sul sito dedicato all'iniziativa è possibile conoscere l'elenco di tutti i supermercati aderenti.
Le ragioni di fondo di questo gesto di carita' sono descritte nel testo delle 'dieci righe', pensate per favorire un dialogo con tutti coloro che a vario titolo partecipano alla Gnca: "La crisi continua a cambiare la vita di molte persone. L'unica possibilita' e' sopravvivere, sperando che tutto prima o poi passi? Perche' riproporre proprio oggi la Colletta Alimentare? Che novita' ci attendiamo? Anche dentro le difficolta', io esisto e non mi sto dando la vita da solo, sono fatto e voluto in questo istante da Dio: questo, come disse don  Giussani, 'e' il tempo della persona'. Solo la riscoperta di questo  rapporto originario permette di vivere ogni cosa da uomini: perche'  tutto e' occasione per incontrare Chi mi sta dando la vita ora. Questa e' la novita' che attendiamo: poterlo incontrare ancora. Per questo ti invitiamo a partecipare insieme alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: fare la spesa per chi ha piu' bisogno".
Grazie all’iniziativa nata nel 1997, l’anno scorso sono stati raccolti quasi 60 milioni di kg di alimenti, il 2% in più rispetto all’edizione del 2010. Tanto quanto un carico di oltre 1.700 tir. E con un controvalore tutt’altro che trascurabile: 128 milioni di euro. Speriamo che quest’anno si possa fare anche meglio.

SABATO 1 DICEMBRE 2012 - LE DONNE PER L'ITALIA

nota di GILIOLA PIVETTI - Capogruppo di Alleanza Per Carpi sul Piano Particolareggiato

 



CARPI, 13 NOVEMBRE 2012

AL SINDACO DEL COMUNE DI CARPI
P.c. AL DIRIGENTE NORBERTO CARBONI


OSSERVAZIONI AL PIANO PARTICOLAREGGIATO DELLA CMB
RELATIVO AL COMPARTO C6 DELL'OLTREFERROVIA

PREMESSA

La suddivisione della zona dell'oltreferrovia in tre comparti, impedisce una visione organica di tutta l'area e, ancor peggio, questo si verificherebbe con l'approvazione di interventi edificatori specifici e parziali.

Via Corbolani è una via di campagna e tale deve restare, non può diventare l'asse portante di un intero quartiere. Non solo gli edifici di pregio devono essere protetti, ma anche le emergenze ambientali e rurali.

L'area dell'oltreferrovia, salvatasi finora da insediamenti abitativi e commerciali data la sua posizione separata dalla città dalla ferrovia, è un'opportunità IRRIPETIBILE di salvaguardare un polmone verde alle porte di Carpi, con un “cannocchiale” che mostri la linea del cielo dal lato est di Carpi, l'unico ormai rimasto. Una salvezza etica ed estetica.

Tutta l'area dell'oltreferrovia resta anche l'ultima occasione possibile per risolvere l'antichissimo problema della viabilità est di Carpi, l'ultima possibilità di realizzare un sottopassaggio che utilizzi anche il PP6 del PRU2.

Sarebbe oltremodo opportuno che l'edificazione del comparto C6 avvenisse addossandosi tutta su via Tre Ponti, anche già dotata di servizi come la scuola d'infanzia, lasciando libera via Corbolani che potrebbe così mantenere la sua vocazione di stradina di campagna e non altro, e lasciando libero il “cannocchiale” verso est che nel disegno non lo è affatto.
E' un cannocchiale sghembo.

Pertanto, date queste premesse, si fanno le seguenti osservazioni:

1° I comparti C5, C6 e C14 non possono essere pensati separatamente. Occorre una decisione unitaria che permetta di utilizzare al meglio l'ultima area ormai disponibile per soluzioni ambientali e di viabilità. E' questa l'ultima possibilità di superare il passaggio a livello di via Roosewelt e di utilizzare al meglio via Cavata attraverso via Tre Ponti, dopo che si è rinunciato al sottopassaggio in via Due Ponti.

2° E' indispensabile salvare via Corbolani e il cannocchiale che guarda a est collocando gli edifici 
solo sulla via Tre Ponti ed eventualmente Due Ponti. Il “cannocchiale visivo” proposto sembra   assolvere in modo assai parziale al proprio compito. Esso sembra essere “puntato” sul Duomo tralasciando il Castello dei Pio e la Torre della Sagra e l’unico punto di vista libero è l’incrocio tra via Cavata con Tre Ponti. Tutto il tratto di via Cavata avrà la vista preclusa dall’insediamento previsto a ridosso di Via Corbolani.

3° La viabilità in uscita dal comparto per l’insediamento previsto a ridosso di Via Corbolani risulta assai problematica e da rivedere. Ammesso che si trovi altra soluzione più funzionale,  rimane  la criticità di scaricare su Via Due Ponti un importante numero di veicoli.



I Consiglieri comunali
Giliola Pivetti
Roberto Andreoli
Giorgio Verrini
Giuseppina Baggio

DE POLI PUNTUALIZZA . . . . .

Oggi il presidente Casini ha presenteto a
 Pescara la Lista per l'Italia. Un po' originale che essa venga 'sondaggiata' in Rai come soggetto concorrente all'Udc'. Cosi' in una nota il capo della segreteria Udc Antonio De Poli, commentando i sondaggi Swg diffusi questa mattina nel corso della trasmissione 'Agora'', nei quali la dizione 'Lista per l'Italia' veniva usata per identificare lo schieramento che fa riferimento a Montezemolo.

Nuovo Centro: Casini, lista Italia cantiere aperto per Monti

'La lista per l'Italia e' un cantiere aperto, e' importante continuare il lavoro del governo Monti, formato da politica e societa' civile. I partiti devono avere l'intelligenza e generosita' di fare un passo indietro per farne due avanti per consolidare in Italia un governo di responsabilita' perche' populismo e demagogia ci hanno condotto a essere in condizioni simili alla Grecia. Tutto cio' e' stato evitato da Monti' Lo ha detto Pier Ferdinando Casini nel corso di un convegno a Pescara. 'Non ci sono alternative al lavoro politico di Monti. Non c'e' alternativa a una fase di responsabilita' nazionale, non ci sono alternative a quello che noi abbiamo prodotto in Parlamento', ha proseguito Casini. 'Oggi gli elettori sono chiamati alle urne - ha detto il leader Udc - Importantissimo ascoltare il popolo, sara' il popolo a spiegare se questo tentativo va nella direzione giusta o se invece tornare ad affidarsi a ricette demagogiche del passato. Io sono un democratico, la gente ha visto Berlusconi e altri governi e puo' decidere. Il Governo Monti e i sacrifici fatti dagli italiani - che vanno ringraziati per questo - hanno evitato la deriva greca, che avrebbe significato non pagare gli stipendi pubblici'.

giovedì 22 novembre 2012

Montezemolo, la “terza via” col Monti bis: “Basta deleghe in bianco ai politici”


“Non accetteremo più umiliazioni per l’Italia a livello internazionale, mai più dovremo provare vergogna. Mai più firmeremo una delega in bianco alla politica”. Luca Cordero di Montezemolo lancia così, in aperta polemica con il mondo politico, e in particolare con le ultime stagioni del centrodestra, la convention dei sottoscrittori del Manifesto verso la Terza Repubblica negli studios romani di via Tiburtina, gremitissimi. ”Siamo qui – spiega il presidente della Ferrari – perché vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica, che metta al centro questa Italia, l’Italia che rema. Dobbiamo aprire la strada verso la terza Repubblica”. Quello che viene presentato oggi, dice, è un movimento civico. ”Siamo qui – insiste – perché siamo convinti che nessuna maledizione condanni l’Italia al declino e alla rassegnazione. Dobbiamo avere speranza nel futuro del nostro paese”. Lavoro, impresa, cultura, giovani e donne “sono i pilastri su cui si deve ricostruire l’Italia”. Ma nella definitiva discesa in campo dell’ex presidente della Fiat e di Confindustria si legge un vero e proprio passo avanti nella costruzione di un polo che sostenga in maniera più forte di oggi la prospettiva di un secondo governo Monti, questa volta non tecnico ma politico.
“Non accetteremo più umiliazioni per l’Italia a livello internazionale, mai più dovremo provare vergogna. Mai più firmeremo una delega in bianco alla politica”. Luca Cordero di Montezemolo lancia così, in aperta polemica con il mondo politico, e in particolare con le ultime stagioni del centrodestra, la convention dei sottoscrittori del Manifesto verso la Terza Repubblica negli studios romani di via Tiburtina, gremitissimi. ”Siamo qui – spiega il presidente della Ferrari – perché vogliamo che inizi finalmente un capitolo nuovo della nostra vita civile e democratica, che metta al centro questa Italia, l’Italia che rema. Dobbiamo aprire la strada verso la terza Repubblica”. Quello che viene presentato oggi, dice, è un movimento civico. ”Siamo qui – insiste – perché siamo convinti che nessuna maledizione condanni l’Italia al declino e alla rassegnazione. Dobbiamo avere speranza nel futuro del nostro paese”. Lavoro, impresa, cultura, giovani e donne “sono i pilastri su cui si deve ricostruire l’Italia”. Ma nella definitiva discesa in campo dell’ex presidente della Fiat e di Confindustria si legge un vero e proprio passo avanti nella costruzione di un polo che sostenga in maniera più forte di oggi la prospettiva di un secondo governo Monti, questa volta non tecnico ma politico.
I messaggi a distanza con Monti
A petto di questo c’è la dichiarazione, peraltro in contemporanea perfetta, del presidente del Consiglio Mario Monti, che sembra avere evidentemente il physique du role dell’Italia “che rema” e tutto il resto. “Il fatto che gruppi numerosi della società civile si stiano attivando per riavvicinare i cittadini alla cosa pubblica – spiega il capo del governo – è una cosa che non può che essere vista con favore”. Poi la consueta frenata: pur esprimendo il suo “favore” Monti ha sottolineato di non dare personalmente “nessun impegno”.
E in effetti lo stesso Montezemolo precisa subito: “Non chiediamo al premier di prendere oggi la leadership di questo movimento politico. Ciò pregiudicherebbe il suo lavoro e davvero non ce lo possiamo permettere. Ci proponiamo di dare fondamento democratico ed elettorale al discorso iniziato dal suo governo perché possa proseguire”. D’altronde Italiafutura “pensa alle proposte, non ai leader”. Di certo non sarà lui a impegnarsi in prima persona: ”La leadership di questo movimento è rappresentata da tutti noi. Da coloro che ne fanno parte oggi e da coloro che arriveranno domani. Da una classe dirigente ampia, credibile e proveniente da esperienze diverse. Questa dimensione di squadra è l’unica che ho praticato nella mia vita professionale e che riconosco come vincente”. ”Non mi candido e non chiedo nulla per me” dichiara.
Le spinte di Fini e CasiniA queste comunicazioni a distanza si aggiungono le uscite “preparatorie”, per così dire, che in mattinata avevano visto protagonisti Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini. Come un anno fa, dice il leader dell’Udc “oggi deve essere ancora la politica dopo le elezioni, col suffragio degli elettori, a richiamare Monti” per continuare a governare, perché non c’è “alternativa alla sua affidabilità e credibilità. ”Noi lavoriamo – ha aggiunto – perché alle prossime elezioni politiche Monti sia richiamato in servizio permanente ed effettivo dalla politica stessa e sia investito dalla gente della possibilità di continuare a lavorare”. Casini ha detto che Monti “non è un uomo della provvidenza guidato dallo spirito santo, farà gli errori che fanno tutti” e tuttavia “ha un grado di riconoscibilità, credibilità e affidabilità esterna” che non hanno altri aspiranti presidenti del Consiglio.
Fini, dal canto suo, auspica “un governo politico che si chiama Monti proprio per fare in modo che la sua azione iniziata non venga archiviata, ma anzi arricchita da ulteriori iniziative soprattutto per far ripartire l’economia. Più chiaro di così?”. “Dalle elezioni – chiarisce – deve nascere un governo politico, perché i tecnici sono sempre una pagina straordinaria, eccezionale, non possono essere l’ordinaria gestione di una democrazia”. Ma Fini va oltre: “Se al fatto che molte delle proposte sono sostanzialmente le medesime, si aggiunge anche il fatto che c’è convergenza nel ritenere che il futuro governo debba essere un governo politico ma con un presidente del Consiglio che si chiama Mario Monti, è evidente che ci sono già dei presupposti per un dialogo”. Il presidente della Camera, insomma, apre a una comunione d’intenti con il movimento di Montezemolo nel caso di una posizione comune sulla necessità di un governo Monti bis per la prossima legislatura.
Montezemolo: “Patrimoniale sì, ma sullo Stato. Ma chi evade è un ladro”Prima dichiarazione programmatica del Manifesto per la Terza repubblica: snellire, da subito, i costi dello Stato. “L’unica patrimoniale che dobbiamo introdurre è quella sullo Stato” ha detto Montezemolo. Si tratta di una misura che “non è solo una misura giusta nei confronti degli italiani ai quali si chiedono rinunce senza fine ma serve a aumentare concorrenza e liberare energie per la crescita”. Ma basta con le tasse. “Per nessuna ragione la pressione fiscale potrà andare oltre i valori odierni che sono già intollerabili. Le tasse sono in generale a livelli insostenibili, ma quelle sul lavoro e sulla produzione sono davvero fuori da qualsiasi parametro di civiltà. Nessun altro Paese ha così ostinatamente cercato di allontanare l’attività privata da ciò che crea sviluppo ed occupazione. E’ stato un suicidio incomprensibile”. ”Come possiamo pensare – continua – di poter crescere quando la tassazione sulle imprese è superiore al 60 per cento e il cuneo è a livelli record? La crescita non la porta la cicogna. Il più grande patrimonio di ogni imprenditore sono gli uomini e le donne che lavorano nelle imprese. Si taglino tutti gli incentivi a fronte dell’abbattimento dell’Irap”. ”I contribuenti onesti che pagano le tasse si domandano dove vanno a finire i soldi delle nostre tasse. Per questo riteniamo indispensabile rendere più incisivo il processo di spending review” insiste Montezemolo, sottolineando però che ”dobbiamo affermare il principio che chi occulta il proprio reddito ed evade è un ladro esattamente come chi sperpera i soldi pubblici”.
Il fronte dell’antipolitica: “Vent’anni di retorica hanno prodotto la paralisi”Ma, come detto, quella di Montezemolo è un continuo riferimento agli ultimi vent’anni, nei quali protagonista assoluto è stato Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio per quasi metà di quel tempo: “Mai più accetteremo di vedere l’Italia derisa e disonorata. Mai più proveremo l’umiliazione di essere commissariati o di essere l’anello debole in Europa e nel mondo e mai più quindi firmeremo deleghe in bianco alla classe politica”. Di più: “Sostituiamo la retorica dei ristoranti pieni con quella dei brevetti registrati, dei monumenti restaurati o dei libri letti”.
“La credibilità dei politici italiani – aggiunge Montezemolo – è ai minimi storici. Vent’anni di retorica di destra e di sinistra non hanno prodotto progresso, ma paralisi e declino. Essere fermi significa andare indietro e non decidere, non fare le riforme, vuol dire rimanere indietro rispetto agli altri”. In sostanza non esistono alternative alla creazione di un ampio fronte di forze civiche, associative e politiche, “che dovrà opporsi a due spinte ugualmente deleterie sottraendo gli italiani ad un’alternativa nefasta” e cioè da una parte la vecchia politica e dall’altra “chi ritiene che tutto vada distrutto prima di ricostruire”. Questa seconda alternativa è addirittura peggiore della prima, spiega, anche perché “non c’è più niente da distruggere in questo Paese. Dalla seconda Repubblica ereditiamo solo macerie”.
“Le elezioni del 2013 importanti come quelle del 1948″Da qui “le elezioni del 2013 saranno l’appuntamento più importante per questo Paese da quelle del ’48 – secondo Montezemolo – Nessuno potrà chiamarsi fuori. Voltare pagina si può. Nessuna maledizione ci condanna se non saremo noi stesso a volerlo. Mettiamoci al lavoro, mettiamoci insieme, lavoriamo e crediamo nel futuro”. “Le porte di questo movimento sono aperte, anzi spalancate, per tutte quelle persone, associazioni, liste civiche, movimenti politici che condividono i nostri valori e le nostre idee. Rispettiamo i percorsi di cambiamento in atto all’interno dei partiti e se saranno reali dovremo lavorare insieme. Ricostruire il paese non è un compito da affrontare in splendida solitudine e tutti dovrebbero esserne consci”. L’avvertimento è invece contro i Gattopardi: “Non chiediamo pubbliche gogne o altre pratiche che detestiamo, ma, lo dico con chiarezza, non potremo neanche accettare gattopardismi. Che tutti cambi perché nulla cambi”.
Boom di presenze alla convention. Con Riccardi e Bonanni anche Nesi, Tinagli e DellaiDalle 1600 presenze previste, sono stati fatti oltre 6.500 accrediti, costringendo gli organizzatori della convention ad aggiungere un’altra sala. Assalto di fotografi allo stesso Montezemolo, che prima di dare il via alla manifestazione si è riunito con Raffaele Bonanni e il ministro Andrea Riccardi. Per rispettare la natura della convention, non c’è nessun politico seduto in prima fila, fatta eccezione per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Peluffo, unico rappresentante dell’esecutivo alla manifestazione, oltre al promotore Riccardi. La prima fila è riservata invece agli oratori, tra i quali Edoardo Nesi e Irene Tinagli, che siedono accanto a Riccardi, Montezemolo, Andrea Olivero, Lorenzo Dellai e Alberto Bombassei.
“Non è più tempo di risposte semplici a domande complicate, se mai lo è stato” aveva detto lo scrittore Edoardo Nesi aprendo i lavori. Risposte semplici come “quella assurda dei dazi”. E per spiegare questa assurdità, Nesi si appella “a due dei maggiori economisti italiani”. Parte quindi il video che ripropone una scena tra le più conosciute del cinema brillante italiano, “Non ci resta che piangere”. La scena è quella in cui i giovani Massimo Troisi e Roberto Benigni si trovano a che fare con il doganiere che, ad ogni loro obiezione circa il passaggio della frontiera, risponde: “Un fiorino!”, noncurante delle ragioni dei viandanti. “Il nostro mondo è diventato complicato – aggiunge Nesi – ma non può essere cambiato tornando al passato”. 

Elezioni: Casini, faremo lista che si richiama a lavoro Monti

"Noi presenteremo una lista che si richiamerà espressamente al lavoro politico del Governo Monti e alle necessità di continuarlo. Saranno gli elettori a giudicarne l'indice di gradimento". E' quanto scrive il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, sulla sua pagina Facebook.

L. Stabilità: Capitanio Santolini, prima 'carezza' a famiglie


"Questa legge di stabilita' rappresenta una svolta che rischia di non essere colta nella sua reale portata. Dopo anni di proposte ignorate, di costanti emendamenti respinti, di estenuanti dibattiti senza esito, finalmente arriva 'la prima carezza' alle famiglie, per dirla come gia' affermato da un autorevole esponente delle associazioni familiari italiane. L'aumento delle detrazioni per i figli a carico, lo stanziamento di 3,5 miliardi in tre anni per le famiglie, l'aumento delle detrazioni per i figli disabili sono il segno di un'inversione di tendenza delle politiche familiari che non si registrava da anni". Lo afferma in una nota Luisa Capitanio Santolini, deputata e responsabile nazionale dell'Udc per la 'Famiglia e le politiche sociali'. "E' un primo passo: certo, occorre fare di piu' - sottolinea l'esponente centrista -. Ma va riconosciuto all'Udc il merito di aver ottenuto un risultato di grande importanza facendo approvare emendamenti decisivi a favore delle famiglie e della loro scelta di avere figli malgrado le difficolta' del Paese. Occorre proseguire su questa strada. L'Udc, come sempre, non manchera' di fare la propria parte, alla testa di tutti coloro che fanno delle politiche familiari una scelta prioritaria".

I DEPUTATI DELL'UDC ---- SULLA LEGGE DI STABILITA' DA OGGI IN VIGORE

'In questi mesi alcune forze politiche che hanno governato fino a qualche mese fa contribuendo a creare questa situazione, cavalcano il malcontento con demagogia. Altri riesumano quella politica in voga nella prima Repubblica, della forza di lotta e di governo'. Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
'C'e' chi prima vara un provvedimento poi lo critica nelle piazze. La serita' che noi abbiamo praticato e' cio' di cui il Paese ha bisogno: oggi piu' di ieri' aggiunge.

SALVA LA DATA . . . . 24 NOVEMBRE - GIORNATA DELLA COLLETTA ALIMENTARE

IN TUTTI I SUPERMERCATI ADERENTI ALL'INIZIATIVA  - SABATO 24 NOVEMBRE - TROVERETE I VOLONTARI CHE VI CONSEGNERANNO LA SPORTINA PER AIUTARE I POVERI

Renzo Bossi canta «Laurea non c'è» - Un giorno da pecora

CI FACCIAMO UNA BELLA RISATA . . . .

RIPORTIMO UN INTERESSANTE ARTICOLO ODIERNO DEL GIORNALE "IL FOGLIO"

Luca Cordero di Montezemolo (LCdM) e Pier Ferdinando Casini sanno di essere destinati – prima o poi – a incontrarsi. “Siamo in concorrenza per il centro”, aveva detto il leader dell’Udc dopo la kermesse montezemoliana di sabato, tuttavia Casini ha già riaperto i canali di comunicazione con il mondo di LCdM e con il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi, animatori del movimento “montiano” Verso la Terza Repubblica (che intanto, zattera per naufraghi, ha raccolto detriti del lombardismo siculo come Massimo Russo). “Non tutti i politici sono da rottamare”, pensa Riccardi, figurandosi il profilo di Casini. “La concorrenza in realtà non esiste, siamo dei partner naturali”, sorridono nell’Udc, mentre da qualche giorno l’universo neodemocristiano – quello politico e quello della società civile – è in agitazione, osservato con interesse anche dai cattolici del Pd, da Beppe Fioroni e dalla composita area veltroniana del partito guidato da Pier Luigi Bersani. La cinghia di trasmissione è Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, l’uomo che collega tra loro mondi consanguinei ma ancora separati. In attesa di un possibile “grande botto” che, travolta la Seconda Repubblica, investa anche i partiti tradizionali rimescolando le appartenenze e i gruppi. Insomma non esiste una vera concorrenza tra le forze di centro che oggi individuano il loro programma politico nell’agenda europea e nella figura di Mario Monti. Casini e Montezemolo, le associazioni cattoliche e liberali, le Acli e la Cisl, non nascondono di appartenere tutti a una casa comune. Sono, piuttosto, il Pd e il Pdl a mettersi in concorrenza per accreditarsi e conquistare un’alleanza elettorale (o più probabilmente post elettorale) con l’arcipelago neodemocristiano. Il legame tra Bersani e Nichi Vendola spinge i settori cattolici e più moderati del Pd ad annusare l’area del centro, mentre l’agitazione antimontiana di una parte del Pdl (non solo Giorgia Meloni e Daniela Santanchè ma anche lo stesso Silvio Berlusconi) fa intravvedere altre ipotesi percorribili anche ad ampi settori di questo partito (“La cosa più interessante di Montezemolo è il suo appello a Monti”, dice l’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi).
La concorrenza al centro riguarda il Pd e il Pdl, e assume ogni giorno di più i caratteri di una possibile aggregazione post elettorale: un’ipotesi coltivata con l’obiettivo di rafforzare la futuribile maggioranza uscita dalle urne del 2013 (per il Pd); un’ipotesi di rimescolamento e rifondazione per il Pdl in cerca di nuova identità e orbo del carisma del fondatore Berlusconi. Bersani guarda a Casini e Montezemolo come a un’area con la quale allearsi dopo il voto per ingrossare i ranghi della maggioranza parlamentare, Angelino Alfano guarda a Casini e Montezemolo come ai partner di un centrodestra da ricostruire sulle macerie elettorali. La concorrenza verso il centro dei due maggiori partiti è dimostrata anche, in queste ore, dalle schermaglie sulla legge elettorale, sia in commissione al Senato, tra i capigruppo di Pd e Pdl, sia nei tavoli riservati e nei colloqui che scorrono sul filo del telefono. La regola d’ingaggio con la quale il Pdl affronta le trattative è semplice: vincolare il premio di maggioranza a un sistema che costringa alle alleanze (e dunque anche, se necessario, conservare il Porcellum). Perché?
Per la ragione che in questo modo Bersani sarà incentivato a cementare il suo rapporto con Vendola, una scelta che – ritiene Alfano – renderà impossibile nella prossima legislatura una triangolazione tra gli eletti del centrosinistra e i parlamentari di Montezemolo, Riccardi e Casini. “Noi ci attesteremo intorno al 15 per cento”, dice uno dei massimi dirigenti del Pdl, “Casini e Montezemolo avranno una cifra simile. Sommati insieme siamo il 30 per cento dell’elettorato. E’ la grande forza politica che vorrebbero vedere rinascere anche le gerarchie vaticane. L’alternativa alla sinistra siamo noi”. Alla Cisl di Raffaele Bonanni il compito di completare l’opera (cominciata con l’adesione delle Acli al progetto montiano di LCdM) e scompaginare la constituency del Pd: tirare via i cattolici dalle braccia di Bersani e Vendola con l’aiuto di Matteo Renzi.
Leggi Stare a cuccia di Giuliano Ferrara

mercoledì 21 novembre 2012

Il “partito di Monti” incomincia a prendere forma E per i sondaggi interessa a un elettore su quattro



Non si può pensare di “marciare divisi per colpire uniti”, dice Benedetto Della Vedova, capogruppo di Futuro e libertà. Ed è su questo che ruota il dibattito interno all’area politico-culturale che sta prendendo forma attorno all’esperienza dell’attuale governo. Dopo la kermesse romana con la quale Montezemolo, Riccardi, Olivero e tanti altri pezzi di società civile laica e cattolica hanno dato il via al loro “movimento civico”, anche la Lista per l’Italia accelera il suo cammino iniziato già qualche mese fa. L’obiettivo comune è 
rinnovare l’offerta politica italiana, scardinare un bipolarismo che non funziona più, arginare i populismi di destra e di sinistra che traggono energia dalla crisi economica. Ma sul “come” farlo non c’è ancora un accordo. Italia Futura chiede ai possibili interlocutori “partitici” un rinnovamento radicale interno, ovvero la demolizione degli apparati. L’alternativa è, appunto, marciare divisi, magari con due liste parallele unite in un’unica coalizione con Monti candidato premier. Si vedrà, anche alla luce della possibilità che sia lo stesso Professore a scendere in campo, seppure indirettamente. Retroscena poco attendibili lasciano intendere che il capo del governo stia pensando a una lista tutta sua, che si andrebbe ad aggiungere a un campo già affollato. Si vedrà: ormai mancano solo 70 giorni alla presentazione delle liste, ed è il tempo, per tutti, di muoversi. Uniti o divisi, ma comunque marciare...

Manifesto "Verso la Terza Repubblica"


Per uscire dalla crisi italiana è urgente aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto di milioni di italiane e di italiani, in continuità con quanto di meglio ha realizzato il governo guidato da Mario Monti che ha avuto il merito di rasserenare il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana e di restituire prestigio e credibilità all'Italia.
Una tale soluzione non verrà dai partiti politici così come li conosciamo, ma da una presa di responsabilità corale di forze sociali, culture civiche e realtà associative capaci di contribuire attivamente alla rigenerazione e al governo della nazione.
La Seconda Repubblica, che si sta dissolvendo, lascia una pesantissima eredità di sfiducia nelle istituzioni e di distacco tra le stesse istituzioni e i cittadini. È in pericolo la stessa tenuta del paese, frammentato e preso dal pessimismo, con rischi di cedimento della coesione sociale e del vivere insieme.
Questa situazione richiede un urgente e radicale cambiamento della politica e una sua estesa apertura alla società civile, premessa per ogni tentativo di ricostruzione morale, politica ed economica del paese.
Crediamo che i cittadini italiani meritino un'Italia migliore, che ispiri fiducia, prenda sul serio ogni legittimo desiderio di benessere, non abbandoni nessuno. È indispensabile recuperare la speranza e attivare risorse e pensiero contro la lettura vittimista del nostro presente e del nostro futuro. Nel nostro paese da troppo tempo non si riescono a mobilitare le passioni e le idee e istituzioni ingessate hanno perso la loro funzione vitale.
Crediamo che il nostro paese non sia condannato a vivere di furbizie ed espedienti ma possa prosperare sui propri talenti e le proprie virtù, scommettendo sul potenziale di chi è attualmente escluso dalle opportunità di crescita e sviluppo a partire dai giovani e dalle donne.
In questo momento di crisi dobbiamo stringerci attorno alla nostra casa comune. È indispensabile abbandonare definitivamente l'idea e la pratica di uno Stato pervasivo ma inefficiente. Dobbiamo concentrare tutte le risorse pubbliche sui cardini che costituiscono la missione fondamentale dello Stato e delle sue articolazioni. Occorre restituire dignità al lavoro sia come servizio pubblico che come intrapresa privata, tornare a considerare i cittadini singoli e associati e le famiglie come protagonisti e responsabili del bene comune e tutelare i più deboli.
Crediamo che sia necessario rispondere subito alla crisi di fiducia dei cittadini verso le istituzioni rafforzando i processi democratici e la loro trasparenza, contrastando la corruzione, potenziando la vigilanza sui conflitti di interesse che rappresentano una vera minaccia per qualsiasi società giusta e libera.
Sottolineiamo il valore della sussidiarietà per ogni progetto di rinascita civile ed economica del paese, come un’idea forte della persona e del valore della sua iniziativa anche in risposta ai nuovi bisogni.
Crediamo nel valore della coesione sociale e riteniamo necessaria una profonda riforma del modello di welfare, come generatore di opportunità e strumento di promozione umana.
Crediamo che il ritorno alla crescita dell'economia italiana possa venire soprattutto dalla riduzione della pressione fiscale, premiando il lavoro, la produzione e la cultura come i fondamentali motori di sviluppo della nazione. 

L'Italia può e deve tornare a giocare in attacco, come nei momenti migliori della sua storia: tornando ad essere un territorio accogliente per l'impresa e gli investimenti, accettando la sfida dell'internazionalizzazione e dell'innovazione e rafforzando i legami di cooperazione tra lavoratori e imprenditori. 

Davanti alle molteplici sfide della globalizzazione, la politica italiana deve abbandonare ogni provincialismo e darsi una visione del proprio ruolo nel futuro, investendo sull'unità europea quale via maestra per affrontare i problemi del XXI secolo.
Su queste basi rivolgiamo un appello alle realtà associative, ai movimenti civici e alle personalità della società civile affinché partecipino insieme a noi ad una giornata di riflessione pubblica sulla ricostruzione civile dell'Italia.
Un incontro rivolto anche agli amministratori locali, nella convinzione che la più profonda esigenza di rinnovamento della politica non passi attraverso la furia distruttiva dell'antipolitica.
Un incontro aperto a tutti gli italiani che, provenendo da culture e tradizioni diverse, condividano convinzioni e fiducia nel futuro del nostro paese ponendo argine ai populismi di destra e di sinistra.