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lunedì 31 dicembre 2012

lunedì 31 dicembre 2012 Casini: mai subalterni al Pd, ha nostalgia di 'centrino'


''Noi non saremo mai subalterni al Pd. Saremo disponibili al dialogo ma non siamo e non saremo un centro di comodo''. E' quanto afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdiando Casini in una intervista a Il Messaggero.

''Bersani non e' in condizione di chiedere chiarimenti a nessuno, anche perche' gli stessi chiarimenti potrebbero chiederli a lui, ad esempio sull'accordo con Vendola. Dai ragionamenti di Bersani traspare una nostalgia per un centro che e' piu' che altro un centrino - afferma - che non deve disturbare piu' di tanto il manovratore a Palazzo Chigi.
Mentre la sfida di Monti e' positiva anche per la sinistra: la obblighera' a fare i conti con le tante questioni che lasciano in sospeso''.
Sul Pdl, ''sono loro ad autoescludersi da ogni possibilita' di collaborazione'', mentre sullo scontro con Passera precisa: ''Io penso che sia un valore che la societa' civile scenda in politica. Con altrettanta sincerita' devo dire che rifiuto l'idea che chi si e' impegnato in politica e con passione e' stato nelle istituzioni debba essere considerato figlio di un Dio minore. sarebbe sostituire logiche tecnocratiche alla logica per cui e' la politica che rappresenta la societa' di un Paese''.

NUOVI ARRIVI . . . . .


NUOVO SONDAGGIO PER IL SOLE 24 ORE: PDL AL 19,7% La campagna mediatica di SIlvio si è fatta sentire. Se si alleasse con la Lega sarebbe al 27,3% - MA L'AGENDA MONTI SUPERA IL 23%


Il PD tocca il 34,6%. Dietro Bersani, c'è il polo Monti. Fresca di presentazione, la formazione dei centristi ha già dalla sua, potenzialmente, quasi un quarto dei consensi degli aventi diritto (il 23,3% dei voti). Il PDLsarebbe invece il terzo partito d'Italia, scavalcando nei gradimenti il Movimento 5 Stelle. Il Popolo della Libertà è al 19,7%, mentre il M5S al 14,3%. Un'ipotetica alleanza con la Lega (5,6%) porterebbe complessivamente il 27,3% dei voti al centro-destra. 


Guardando invece agli ipotetici candidati premier, i risultati sono questi: Bersani 36,2%, Monti 23,3%, Berlusconi 21,8%, Beppe Grillo 13,8%. 

domenica 30 dicembre 2012

LA LISTA DELL'UDC EMILIANO-ROMAGNOLA / TANTE NOVITA'

Cari amici dell'UDC, io non sono di certo "nessuno" per poter dare 5 INDICAZIONI su come devono essere formate le "liste" ma qualche "dritta" mi sento di darla, umilmente e con spirito di TOTALE SERVIZIO :

  1. I CANDIDATI DEVONO ESSERE ALMENO PER IL 40-50% DONNE
  2. I CANDIDATI DEVONO ESSERE ALMENO PER IL 40-50% PROVENIENTI DALLA COSI' DETTA SOCIETA' CIVILE O DAL MONDO CATTOLICO
  3. ESSENDO UNA LISTA DI PARTITO, CANDIDIAMO CHI HA PRESO VOTI SUL TERRITORIO DAL 2009 IN POI
  4. SOTTOSCRIVERE L'AGENDA MONTI SARA' LA CONDITIO SINE QUA NON PER ESSERE CANDIDATI
  5. NESSUN EX - SOLO GENTE NUOVA O DELL'UDC
SPERO SIA CHIARO CHE TUTTI DEVONO SERVIRE IL PAESE, CHI SI PRESENTA PER SERVIRE SE' STESSO STIA ATTENTO A COME SI MUOVE, SIAMO CRISTIANI, DEMOCRISTIANI MA NON SIAMO STUPIDI.

Giorgio Cavazzoli

Cesa: non sono incandidabile, decideranno Udc e premier

Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, in passato fu condannato in primo grado per una vicenda di tangenti, ma "era il 1989-91. Dopo ho fatto tante altre cose", ha spiegato in una intervista a Repubblica.

In ogni caso alla domanda se pensa di essere incandidabile, l'esponente centrista ha risposto con un secco "no", ed ha aggiunto che il suo destino "lo deciderà il mio partito, l'Udc, e anche il presidente Monti che si è assunto il compito di vagliare le candidature delle liste dei singoli partiti".

Quanto alla decisione di dire no al listone neocentrista e mantenere la lista Udc separata alla Camera, "abbiamo detto al presidente Monti - ha sostenuto Cesa - di fare lui la scelta. Ma avendo sentito le varie posizioni all'interno del tavolo, il premier ha compreso che l'idea migliore era di articolare".

Primarie Pd, ecco il poker per Roma: Richetti, Vaccari, Pini e Guerra

LA GHIZZONI DI CARPI ....... PAGA PEGNO. ORA NON CI SONO DUBBI CHE SARA' IL PROSSIMO SINDACO DI CARPI............

Sono Matteo Richetti, Stefano Vaccari, Giuditta Pini e Maria Cecilia Guerra i quattro vincitori delle primarie del Pd e quindi i quattro designati per il Parlamento.
Matteo Richetti, renziano ed ex presidente dell'assemblea regionale, è stato il più votato in assoluto, staccando gli avversari con 9.404 voti e il 18% delle preferenze: Al secondo posto Maria Cecilia Guerra, ex sottosegretario al Welfare nel governo Monti, con 8557 voti (16,38%). Al terzo posto si è piazzato Stefano Vaccari(7.175 voti,  13,73%), attuale assessore provinciale allo Sport che ha superato di 89 voti il segretario provinciale Davide Baruffi, fermo a 7.086 voti, (13,56%) e quindi bocciato (insieme con la sua dirigenza)  dal popolo del centrosinistra.
Il partito ha annunciato un "riconteggio dei voti, come previsto dal regolamento", "conteggio che si terrà nella mattinata di domani", ma per ora il numero uno del partitone deve mandare giù una sconfitta amara che aprirà, nei prossimi giorni, una crisi politica. Quarta Giuditta Pini, la vera sorpresa di queste primarie che, a soli 28 anni e da segretaria dei giovani democratici, ha totalizzato ben 7.103 voti (13,60%), conquistandosi così, come volto nuovo, un posto a Roma. Esclusioni eccellenti quelle di Mariangela Bastico e Manuela Ghizzoni, scontata quella di Roberto Adani.   
 

SONDAGGI DI UNA SETTIMANA FA . . . .


Monti: Casini a Bersani, la tua doppia morale non convince


"Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a 'un imperativo morale' Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature commette 'un vulnus istituzionale'. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince e mi induce a piú amare riflessioni: il Pd non vuole un'area centrista competitiva e scomoda perch‚ preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo". Lo afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, rispondendo al segretario democratico.
"In realtà le parole di Bersani confermano che siamo sulla strada giusta. Le persone e le situazioni non possono essere valutate diversamente, secondo le convenienze politiche", aggiunge Casini.

Levi Montalcini: Casini, ci inchiniamo a memoria grande donna

"Ci inchiniamo alla memoria di Rita Levi Montalcini, grande donna che ha onorato la ricerca, le istituzioni e prima di tutto la Repubblica italiana". Lo scrive su twitter il leader Udc, Pier Ferdinando Casini.


ROMA -  È morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina si è spenta nella sua abitazione a Roma in via di Villa Massimo, a due passi da Villa Torlonia. Aveva 103 anni ed era nata a Torino. La scienziata era con alcune persone care che, di fronte al peggioramento delle sue condizioni di salute, hanno subito chiamato un'ambulanza per portarla alla vicina casa di cura Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando. Quando il personale del 118 è arrivato sul posto, non ha potuto fare altro che costatarne il decesso. Il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano ha appreso della scomparsa di Rita Levi Montalcini direttamente dalla nipote Piera alla quale ha espresso commossa partecipazione e  il cordoglio del Paese. ''Si è spenta, con Rita Levi Montalcini, una luminosa figura della storia della scienza. Il riconoscimento internazionale che ha premiato un'intera vita dedicata alla ricerca, ha costituito alto titolo di orgoglio per l'Italia, che garantirà l'ulteriore sviluppo della Fondazione scientifica da lei creata e fino all'ultimo curata con passione'', sono state le parole del presidente della Repubblica affidate a una nota diffusa dall'ufficio stampa del Quirinale. ''La sua ascesa a ruoli elevatissimi - ha aggiunto - ne ha fatto un simbolo e punto di riferimento per la causa dell'avanzamento sociale e civile delle donne, che l'ha vista personalmenteimpegnata anche fuori d'Italia. La fermezza e dignità con cui di fronte alle persecuzioni razziali del fascismo scelse la difficile strada dell'esilio ha rappresentato un esempio straordinario nel movimento per la libertà e la rinascita della democrazia in Italia. La serietà e dedizione con cui infine ha assolto alla funzione di senatore a vita l'ha resa ancor più vicina, nel rispetto e nell'affetto, alle istituzioni e agli italiani. Mi associo con commozione e gratitudine al cordoglio dei famigliari e del Paese''.
Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa (foto). È stata, inoltre, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici.
Rita Levi Montalcini ha continuato a studiare, fino alla fine. Secondo fonti vicine alla famiglia, la senatrice a vita ha lavorato ai suoi studi fino alle 21 di sabato sera. Il premio Nobel per la medicina ha continuato dunque le sue ricerche fino all'ultimo giorno.
La scienziata sarà sepolta nel cimitero monumentale di Torino accanto alla sorella gemella Paola, nota pittrice scomparsa nel 2000.
Camera ardente al Senato, funerali il 2 gennaio. La camera ardente per la professoressa Rita Levi Montacini sarà il 31 dicembre dalle 15,30 alle 21 al Senato. Parteciperanno il presidente della Repubblica e il presidente del Senato, Renato Schifani. ''Al termine della cerimonia - ha detto la nipote Piera - il feretro sarà portato a Torino dove verrà celebrato il funerale con rito ebraico''. Le esequie - si legge in una nota - avranno luogo il 2 gennaio.
I messaggi di cordoglio. "Tutta Roma è addolorata per questa tristissima notizia", commenta il sindaco della capitale Gianni Alemanno: "La scomparsa di Rita Levi Montalcini è un gravissimo lutto - continua-  per l'Italia e per tutta l'umanità". 
Anche Walter Veltroni manifesta il suo compianto: "Con Rita Levi Montalcini se ne va una personalità  straordinaria - dice l'esponente Pd - una donna che nella sua lunghissima splendida vita ha mostrato impegno, forza, ingegno straordinari. Ci mancherà".
Parole di cordoglio arrivano dal presidente del Senato, Renato Schifani: "Con lei l'Italia perde un grande scienziato e una grande donna, ma la sua figura e il suo insegnamento rimarranno sempre vivi nel nostro ricordo e continueranno a costituire motivo d'orgoglio per il nostro Paese". Mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini la ricorda così: "Con Rita Levi Montalcini scompare una grande italiana animata da un profondo amore per il suo Paese e per le sue istituzioni democratiche". 
"È stata una donna che ha testimoniato la sua passione per la scienza ed è stata educatrice delle giovani generazioni, credendo fermamente nella trasmissione del sapere", dice il presidente dell'Italia dei ValoriAntonio Di Pietro, mentre per Piera Levi-Montalcini, nipote della scienziata e consigliere comunale a Torino nel gruppo dei Moderati: "È un faro di vita che si è spento. La sua più grande lezione? La tenacia. Ha insegnato ai giovani a non mollare mai, impegnando se stessi nella ricerca come nella vita".
Roberto Cota, governatore del Piemonte, esprime il cordoglio della regione: "Per noi è un vero onore che sia nata a Torino e che da qui abbia poi fatto tanta strada, dedicando la sua vita alla scienza, raggiungendo altissimi meriti in campo scientifico". Mentre il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, così ricorda la senatrice a vita, alla quale nel 1987 Torino conferì la cittadinanza onoraria: "Ci sono personalità destinate a interpretare simboli e a incarnare ideali. Così è stato per il premio Nobel Rita Levi Montalcini, mente straordinaria con la forza morale delle anime più nobili".
Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi  esprime il suo pensiero su Facebook: "Una donna che allo stesso tempo ci ha reso orgogliosi di essere italiani e cittadini del mondo". Per Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale Pd, la Montalcini "lascia un segno inconfondibile in tutto il mondo del genio femminile non solo nel campo della medicina, dove aveva conquistato il premio Nobel e prestigiosi riconoscimenti internazionali. La ricorderemo non solo per i suoi successi, il suo infaticabile lavoro, ma anche per la sua autentica passione civile, l'amore per la democrazia e le tante battaglie per la promozione della dignità della donna, i diritti umani, la giustizia, la pace". E su Twitter Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, scrive: "Ci inchiniamo alla memoria di Rita Levi Montalcini, grande donna che ha onorato la ricerca le istituzioni e prima di tutto la Repubblica Italiana".
Per Ignazio Marino, chiurgo e senatore Pd, "la valorizzazione dei giovani e delle donne era il suo obiettivo, insieme alla promozione dei talenti e delle idee più promettenti". Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, ne ricorda l'impegno: "E' per noi motivo di commosso orgoglio ricordare la sua prolungata collaborazione con il Cnr: dal Centro di Ricerche di neurobiologia, al Laboratorio di Biologia cellulare, fino all'Istituto europeo di ricerca sul Cervello-EBRI".
"Una donna carismatica che ha dato lustro al nostro Paese", è il commento del presidente del Consiglio Mario Monti. "Ha saputo unire l'eccellenza della ricerca con una forte passione civile" dice il ministro della Salute Renato Balduzzi. "Grande donna, ha onorato l'Italia", afferma il leader del Pd Pierluigi Bersani. E anche Silvio Berlusconi, in una nota, "si unisce a tutti gli italiani che in questo momento le rendono omaggio". "Onoriamola fermando la fuga di cervelli dall'Italia", dice invece Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio. Per il leader di Sel Nichi Vendola "con lei si spegne una delle voci più nobili e cristalline dell'Italia democratica".

2013

AUGURI DI CUORE DALL'U.D.C. DI CARPI

sabato 29 dicembre 2012

Agenda Monti: lista unica al Senato, alla Camera "sarò capo di una coalizione di centristi"


Lista unica al Senato, più liste alla Camera. Con il Professore a capo della coalizione. E' questo il risultato del lungo incontro di oggi tra Mario Monti e le forze centriste. Il Professore si è detto pronto ad accettare il ruolo di capo della coalizione di forze della società civile e politiche nelle prossime elezioni. "Accetterò - ha detto - di incoraggiare questo sforzo congiunto nelle forme che saranno definite, accettando di essere designato come capo della coalizione o dando il mio impegno per il successo dell'operazione".
In conferenza stampa Monti ha comunicato l'esito dell'incontro avvenuto "in un luogo top secret" con i ministri Riccardi e Passera, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, esponenti di Fli e di Italia Futura. La nuova formazione politica che ruota attorno alla famigerata agenda Monti "ha una vocazione maggioritaria" e "avrà una evoluzione in futuro", ha detto il premier.
Monti ha chiesto la collaborazione di Enrico Bondi per la "verifica dei requisiti dei candidati". Il suo compito - ha precisato - non sarà una valutazione politica dei candidati, ma "una verifica dei loro requisiti di conformità, dal punto di vista penale o dei conflitti di interessi: tutti i partecipanti, a cominciare da Pier Ferdinando Casini, si sono dichiarati d'accordo". Il Prof ha poi ribadito che lui stesso, "in prima persona, avrà da dire" sulla scelta dei candidati della coalizione per le elezioni.
"Non significa immaginare alleanze con gli uni o con gli altri, ma portare avanti un'operazione di rinnovamento nel profondo nella politica italiana che può e deve avere una vocazione maggioritaria", ha spiegato il premier. E ancora: "Occorre che una maggioranza di italiani si riconosca nel rifiuto del populismo e in un solido riferimento all'Europa. I tempi sono brevissimi - ha aggiunto - perciò non sono in grado di prevedere quale potrà essere il risultato elettorale", ma - ha assicurato - "questo è un inizio: ci saranno, accanto a regole di governance che ho voluto molto esigenti, anche accordi evolutivi su cosa fare più avanti".
Dopo giorni di attesa, Monti ha così chiarito i termini della sua "salita in politica". La motivazione è stata l'incipit del suo discorso: "Ritengo che l’ emergenza non sia finita, è finita l’emergenza finanziaria ma ce n'è una altrettanto grave e forse più importante: quella della disoccupazione, soprattutto giovanile e della mancanza di crescita".

Elezioni 2013, Franco Frattini: "Aderisco all'agenda Monti, resto fedele al Ppe"


"Sosterrò l'Agenda Monti per l'Italia con un contributo e modalità che insieme al presidente Monti potremo individuare". Così Franco Frattini conferma la sua decisione sul blog Diario italiano. Il motivo che ha spinto l'ex ministro a schierarsi dalla parte di Monti, lasciando così Berlusconi e il Pdl, è tutto "nell'ancoraggio all'Europa e ai suoi principi" su cui poggia l'agenda del Professore. Ma anche - prosegue l'ex ministro - il rifiuto del populismo e il "forte desiderio di rinnovamento".
Per l'ex ministro degli Esteri, serve "il coraggio di guardare avanti e di mobilitare tutte le energie possibili per realizzare quel sogno - così fortemente voluto da De Gasperi - di unire tutti i moderati italiani sotto la bandiera del Partito Popolare Europeo".
"Sono i principali punti del programma di quella federazione da me fortemente auspicata che potrebbe unire tutte le forze moderate del Paese rispondendo all'appello lanciato dal presidente Monti", prosegue Frattini. "Ho aderito nel 1996 a Forza Italia per mettere a disposizione la mia formazione professionale al servizio di un partito, e collaborando con un leader che si presentò agli italiani fiero ed orgoglioso nel rivendicare l'appartenenza dell'Italia all'Europa. Così come ho servito per il mio Paese e per l'Europa durante le responsabilità istituzionali che mi sono assunto: da ministro degli Esteri, ma anche da Vice Presidente e Commissario dell'Unione Europea".
"Quella stessa convinzione che mi suggerisce oggi - di fronte a pericolose tendenze euroscettiche - di compiere una scelta di coerenza, l'unica che potessi prendere: continuare a lavorare nello spirito del popolarismo europeo".
Impossibile, dunque, restare vicino a Silvio Berlusconi. "Sosterrò quindi l'Agenda Monti per l'Italia - scrive Frattini - con un contributo e modalità che insieme al presidente Monti potremo individuare. Perché un'Agenda che come primo punto indica la parola Europa come fonte di certezze e rafforzamento del nostro Paese - prosegue l'ex ministro - non merita di essere ignorata, soprattutto da chi fino ad oggi ha coltivato nel continente la speranza di poter garantire alle prossime generazioni opportunità di benessere, libera circolazione, efficienza amministrativa, incoraggiamento per le PMI ad essere sempre più attive in tema di innovazione, internazionalizzazione e qualità".

Elezioni: Casini “Nostra iniziativa non a supporto del Pd”

"La nostra iniziativa non nasce a supporto del Pd, non nasce per un'alleanza con il partito di Bersani". Lo ha detto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, nel corso di una conferenza stampa. Casini ha spiegato che "questa cosa non esiste, la nostra e' un'iniziativa con vocazione maggioritaria, fino al giorno delle elezioni noi saremo e cercheremo di essere maggioranza". Poi il leader dell'Udc ha chiarito che in politica "non bisogna avere nemici".

CON AGENDA MONTI SI APRE FASE DELLA RESPONSABILITA'


venerdì 28 dicembre 2012

Monti, lista unica solo al Senato Conferenza stampa premier dopo incontro con centristi


Ci sara' dunque una sola lista che si richiama a Monti al Senato e piu' liste alla Camera, una dell'Udc e una civica. Lo ha detto Mario Monti nel corso di una conferenza stampa al Senato dopo il vertice con i centristi.
Monti ha confermato che sara' capo della coalizione. Il nome della lista unica per il Senato potrebbe essere ''Agenda Monti per l'Italia''.

giovedì 27 dicembre 2012

BERLUSCONI SI PERMETTE DI ...... SPARLARE DI MONTI


Berlusconi: “Monti ‘sale’ in politica? Certo, parte da un rango inferiore”

Ennesima dose di piccolo schermo per Berlusconi. La strategia di doping televisivo del Cavaliere,che negli ultimi giorni è tornato a imperversare sui media nazionali e che ha portato il Pd a chiedere all’Agcom un intervento di controllo, non si arresta. Dopo l’intervento al “suo” Tg4 a Santo Stefano, il Cavaliere sceglie la rete ammiraglia della Rai e compare sullo schermo già di buon ora. Ospite del contenitore Unomattina, Berlusconi torna a parlare di Monti, Bersani e della Lega. A poche ore dall’ennesima intervista tv, la Rai diffonde un comunicato promettendo un riequilibrio: “Negli ultimi giorni l’onorevole Silvio Berlusconi ha chiesto e ottenuto spazio ad una serie di trasmissioni televisive e radiofoniche. In una ottica di equilibrio precedente alla Par Condicio la Rai offrirà analoghi spazi di comunicazione ai leader di altre formazioni politiche”
Ma ecco il Berlusconi-pensiero del 27 dicembre. Riguardo a una possibile futura alleanza con ilCarroccio, il Cavaliere conferma di essere in contatto con Bossi: “Siamo amici, ci stimiamo”. E approfitta dell’argomento per attaccare ancora una volta i giornali: “Non mi fido più di loro e delle agenzie. Quando ho lasciato il governo non sono apparso in tv per un anno, eppure loro continuavano a riportare mie dichiarazioni. I giornali fanno solo disinformazione”. E tornando alla Lega: “Dobbiamo stare insieme, sono amico di Maroni e dobbiamo fare in modo di continuare la nostra alleanza. Non ho offerto il posto di vicepremier specificamente a lui, ma in una logica di alleanza mi sembra giusto che un partito abbia il presidente del Consiglio e l’altro il vicepresidente. Saranno loro a scegliere l’uomo giusto”. 

L'OSSERVATORE ROMANO ..... BENEDICE MONTI


“L’espressione ‘salire in politica’, usata da Monti è stata accolta con ironia, in qualche caso con disprezzo. Ma si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un’altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l’uomo adatto a traghettare l’Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria. È in sintesi l’espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune”. 

Tutta l’Agenda Monti in pillole......


Circola sulla Rete ormai da più di tre giorni il documento più atteso degli ultimi tempi, nel dibattito politico. È l’Agenda Monti, il testo in 25 pagine "messo a disposizione" del Paese dal presidente del Consiglio uscente (con lo "zampino" decisivo, per la parte sul lavoro, di Pietro Ichino, il giuslavorista appena uscito dal Pd): lo si può trovare sull’omonimo sito www.agenda-monti.it, dove è pubblicata anche la lettera d’accompagnamento inviata agli italiani dal Professore.


Più che un pre-programma di un governo futuro, l’Agenda montiana (termine «non coniato da me», si premura di far sapere il Prof. che però poi vi ricorre volentieri) si presenta come un vero e proprio manifesto che tradisce l’ambizione di rivoluzionare il modo con cui si fa politica in Italia. Indica come «primo atto» del nuovo Parlamento «la riforma della legge elettorale, così da restituire ai cittadini la scelta effettiva dei governi e dei componenti delle Camere». Il documento è, per forza di cose, in buona parte generico, tuttavia non manca di fissare alcuni punti fermi di quella sana gestione a cui si dovrebbe improntare l’azione del primo governo della XVII legislatura: soldi pubblici ai partiti e più trasparenza nella gestione dei fondi, un ritorno alla carica sulla legge anticorruzione e sul falso in bilancio, nessun passo indietro sulla riforma del lavoro. 

E poi una spesa pubblica selettiva (da impiegare però solo dopo aver tagliato gli sprechi), un Fisco più equo che prosegua la lotta all’evasione fiscale, anche se la riduzione delle tasse si potrà avere solo in un secondo tempo. Nessun ripensamento anche per l’Imu sugli immobili (peraltro mai citata, un’assenza che colpisce), mentre una novità di rilievo è l’apertura sostanziale, anche se ancora eventuale, a una tassa sui grandi patrimoni.



TASSE E FISCO
«Occorre un impegno, non appena le condizioni generali lo consentiranno, a ridurre il prelievo fiscale complessivo, dando la precedenza a lavoro e impresa. La riduzione va perseguita anche trasferendo il carico su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio. Servono meccanismi di misurazione della ricchezza oggettivi e tali da non causare fughe di capitali. Occorre perseguire obiettivi di maggiore equità nella distribuzione del peso dell’aggiustamento. Bisogna inoltre realizzare un nuovo Patto tra fisco e contribuenti per un fisco più semplice, più equo e più orientato alla crescita». Lotta all’evasione: nel 2012 ha dato 13 miliardi, «è essenziale introdurre meccanismi di tracciabilità dei pagamenti».
SPESA PUBBLICA
«Con un debito pubblico che supera il 120% del Pil non si può seriamente pensare che la crescita si faccia creando altri debiti. Lo spread conta per imprese e lavoratori: ridurre di 100 punti l’interesse che paghiamo, vale 20 miliardi a regime. Spending review non vuol dire solo "meno spesa", ma "migliore spesa". Quella lanciata quest’anno ha permesso risparmiare 12 miliardi e ulteriori risparmi saranno conseguiti nel 2013». Pubblica amministrazione: «Entro i primi 100 giorni del nuovo governo dovrà essere lanciata una consultazione per identificare le 100 procedure da eliminare o ridurre con priorità assoluta. Va introdotto un principio generale di trasparenza assoluta della P.A., secondo il modello del Freedom of Information Act degli Usa».

FAMIGLIA E DONNA
«La famiglia è il cuore pulsante della società italiana. L’Italia deve tornare ad avere fiducia nel futuro e a fare bambini. Politiche per la famiglia molto avanzate servono anche a contrastare il calo demografico, che è uno dei fattori d’impoverimento delle società. Va incoraggiata la più ampia adozione di incentivi fiscali e contributivi a sostegno della natalità e per le famiglie numerose». Monti dedica poi un robusto capitolo alle donne: «L’Italia non potrà dispiegare il potenziale di sviluppo economico se non riuscirà a valorizzarle maggiormente. Come ha stimato Bankitalia, con un’occupazione femminile al 60% il nostro Pil aumenterebbe del 7%. Troppe donne italiane sono relegate ai margini del mondo lavorativo. Occorre una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile e servono robuste politiche di conciliazione famiglia-lavoro».

LAVORO E GIOVANI
«La riforma del mercato del lavoro rappresenta un passo avanti fondamentale verso un modello di flessibilità e sicurezza vicino a quello vincente realizzato nell’Europa del Nord. Non si può fare marcia indietro». Bisogna puntare però a «una drastica semplificazione normativa e amministrativa, senza perdere niente in garanzie di sicurezza dei lavoratori o tutela dei diritti; il superamen-
to del dualismo tra lavoratori sostanzialmente dipendenti protetti e non protetti; ridurre a un anno al massimo il tempo medio del passaggio da un’occupazione all’altra; spostare verso i luoghi di lavoro il baricentro della contrattazione collettiva». E «bisogna rilanciare un Piano Occupazione giovanile con incentivi e detassazioni per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni».

LIBERALIZZAZIONI
Quelle fatte nel 2012 «non sono state provvedimenti isolati ma parte integrante di una politica che ha messo al centro l’interesse dei cittadini-consumatori. Resta la tentazione ricorrente di reintrodurre tutele, come si è visto con la riforma della professione forense. È necessario allora intensificare l’apertura dei mercati dei beni e dei servizi, sulla base di un processo di consultazione pubblica». Per le imprese, «occorre aumentare gli investimenti in ricerca e innovazione, con il credito strutturale d’imposta. Per le ristrutturazioni, si può immaginare un Fondo per le ristrutturazioni industriali. Bisogna puntare a raggiungere un livello d’investimenti diretti esteri vicino alla media europea, che potrebbe portare fino a circa 50 miliardi in più l’anno».

I PARTITI
«Gli italiani hanno accettato sacrifici molto pesanti, mostrando un elevato senso di responsabilità civile». Devono essere dunque «meno comprensivi verso la cattiva politica». Serve «una sterzata: la drastica riduzione dei contributi pubblici anche indiretti ai partiti e ai gruppi parlamentari e dei rimborsi elettorali, con una disciplina di trasparenza dei bilanci e con la tracciabilità dei finanziamenti privati e una soglia massima per gli stessi contributi». E ancora, «chi riveste cariche pubbliche dovrà dichiarare i propri interessi economici e patrimoniali al momento dell’ingresso in carica e alla fine dell’incarico, in modo da verificare eventuali casi di arricchimento indebito. Va previsto il divieto di cumulo tra indennità parlamentare e retribuzioni da altre attività professionali».



GIUSTIZIA
In questo campo, «va introdotta una coerente disciplina del falso in bilancio e completata la normativa sull’anticorruzione, l’antiriciclaggio e l’autoriciclaggio. Va rivista la riduzione dei termini di prescrizione per garantire in modo più adeguato l’azione di prevenzione e contrasto di diversi gravi reati, va introdotta una disciplina sulle intercettazioni e una più robusta disciplina sulla prevenzione del conflitto di interesse. Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nella vita politica la legge sull’incandidabilità (già approvata, ndr) manda un segnale preciso. Bisogna andare anche oltre, seguendo ad esempio il codice di autoregolamentazione dei partiti preparato dalla commissione Antimafia».



EUROPA
«Per contare nell’Unione europea non serve battere i pugni sul tavolo. Se non si convincono gli altri Stati delle proprie ragioni, si resta con un pugno di mosche in mano. L’influenza sulle decisioni comuni nasce dalla credibilità, dal saper far valere peso economico e politico, dal lanciare idee su cui creare alleanze. Per questo l’Italia, paese contributore netto al bilancio europeo, deve chiedere all’Europa politiche orientate nel senso di una maggiore attenzione alla crescita». Mentre noi «dobbiamo sempre più abituarci al fatto che le nostre scelte di politica economica siano valutate con attenzione dagli altri Stati dell’Unione, perché le cattive politiche fatte a livello nazionale possono produrre danni che si riflettono negli altri Paesi con cui siamo strettamente integrati».

Monti:Casini, area responsabilita' nazionale,no opportunisti

Al lavoro per un'area di responsabilita' nazionale. Ci sara' spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell'impegno della societa' civile. Non dovra' esserci spazio per opportunisti dell'ultima ora'. E' quanto scrive su Facebook il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. (ANSA).

domenica 23 dicembre 2012

E' ONLINE L'AGENDA MONTI. NOI CI STAMO


VAI  AL SITO : http://www.agenda-monti.it
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IERI IL PRES. MONTI HA TENUTO UN DISCORSO CHE OSEREI DIRE, NON DI COMMIATO, BENSI' DI RINGRAZIAMENTO A TUTTI I CITTADINI :

  1. NESSUNO SI PUO' CHIAMARE FUORI, SE CITTADINO ITALIANO O RESIDENTE IN ITALIA E PERTANTO TUTTI STIAMO FACENDO SACRIFICI
  2. MONTI HA RIBADITO CHE NON E' DI CENTRO, SINISTRA O DESTRA, MA RITIENE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI RISANARE IL PAESE MANTENENDO GL'IMPEGNI ASSUNTI DAL SUO GOVERNO CON I PARTNER EUROPEI . . . . PER EVITARE CHE TUTTI I SACRIFICI FATTI SIANO STATI VANI
  3. NELL'AGENDA MONTI SONO INDICATI I PASSI NECESSARI PER CONTINUARE NELL'ATTIVITA' DI GESTIONE E RISANAMENTO DEL PAESE, NON SI TRATTA DI UN PROGRAMMA PARTICO, BENSI' DI UNA ROTTA DA TENERE, ALTRIMENTI INEVITABILMENTE SARA' IL FALLIMENTO 
  4. ORA, CHI CONDIVIDE IL PROGRAMMA LO SOTTOSCRIVA E LASCI STARE POPULISMI ALLA BERLUSCONI-GRILLO, IL POPULISMO BOLSCEVICO ALLA DI PIETRO-ARANCIONI-INGROIA E LA SINISTRA EUROPEISTA MA SCHIAVA DI VENDOLA DEL PD
SIGNORI O MONTI O SALTIAMO DALLA FINESTRA ED ALLORA, ALTRO CHE PERDITA DELLA SOVRANITA' NAZIONALE . . . SARA' IL DISASTRO.

NOI CI STIAMO! AVANTI CON L'AGENDA MONTI

Giorgio

BERLUSCONI LITIGA IN DIRETTA RAI CON GILETTI . . . . . NO COMMENT


Monti: Casini, auspico suo impegno diretto


MONTI E CASINI E MONTEZEMLO . . . . TRE AMICI LEALI



Monti: Casini, veti? Non mi faccio plastica facciale

(ANSA) - ROMA, 23 DIC - 'Veti? Non siamo a questo punto, io la plastica facciale non me la posso fare, sono quello che sono e sono in parlamento da tanto tempo, all'opposizione di destra e sinistra. Noi dobbiamo capire se riusciamo a mettere insieme societa' civile e buona politica, c'e' uno spazio immenso'. LO ha detto Pier Ferdinando Casini in una intervista al Tg3, dopo aver dichiarato la disponibilita' del suo partito a sostenere l'Agenda Monti.
'Montezemolo lo conoscono tutti, ha fatto esperienze importanti nella sua vita - aggiunge Casini - e io ho fatto le mie, anche da Presidente della Camera. Ora il punto vero e' se si vuole costruire per l'Italia qualcosa di serio. Personalismi e piccole cose non sono compatibili'.

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L'ALTISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO DEL PRES. MARIO MONTI ALCUNI SPUNTI





venerdì 21 dicembre 2012

AUGURI 2012


BUON NATALE
FELICE 2013
DAI CENTRISTI E DALL’U.D.C. DELLE TERRE D’ARGINE (Carpi,Capogalliano,Novi di Modena e Soliera)

Nuovo centro: Galletti, noi alternativi a destra e sinistra

'Nessuno prende per la giacca Monti, noi vogliamo essere un centro diverso dalla destra populista e dalla sinistra non riformista, continuare l'Agenda Monti e non vanificare le cose fatte'. Lo dice Gianluca Galletti, capogruppo Udc alla Camera, a margine di 'Ri-montiamo l'Italia 2013', organizzata da Galletti insieme a Linda Lanzillotta e al capogruppo Fli alla Camera Benedetto Della Vedova. Alla manifestazione, seduti in platea senza fare interventi e rilasciare dichiarazioni, il presidente della Camera Gianfranco Fini ed il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Alla convention hanno preso parte il ministro Andrea Riccardi, fondatore di 'Verso la Terza Repubblica', e Andrea Romano, direttore di Italia Futura. 

Il discorso di Lorenzo Cesa Consiglio Nazionale UDC - 20 dicembre 2012

Care amiche, cari amici del Consiglio Nazionale, grazie davvero intanto per aver accolto il nostro invito. Non credo comunque, almeno da parte mia, che siano necessarie molte parole. La questione è sotto gli occhi di tutti ed è chiarissima. Ci siamo! Siamo al dunque di un’esperienza iniziata quasi cinque anni fa e che ci ha visto avere ragione su tutti i fronti. Avevamo ragione quando alle elezioni del 2008 abbiamo sfidato un intero sistema collocandoci fuori e da soli. Hanno tentato di eliminarci politicamente. Ma avevamo ragione noi e torto loro. Quel sistema, il bipolarismo che voleva soffocare ogni dissenso, che voleva obbligare tutti a schierarsi o di qua o di là, era già in agonia, stava già producendo danni enormi al Paese da anni, ma loro ancora non se ne erano accorti. Noi invece ce ne eravamo accorti. E avevamo ragione a chiamarci fuori, a dire: basta, lavoriamo ad un’alternativa. Abbiamo avuto ragione durante tutta la legislatura, scegliendo il linguaggio della verità davanti ai cittadini anziché quello del populismo e della demagogia. Abbiamo avuto ragione quando, almeno un anno prima dell’arrivo di Monti a Palazzo Chigi, con Pier Ferdinando e con tutti gli amici del partito in Parlamento, abbiamo cominciato a invocare apertamente un governo di responsabilità nazionale. Perché noi vedevamo dove stava andando a finire il Paese e capivamo che il governo Berlusconi anziché tirarsi su le maniche e prepararsi a reggere l’urto della crisi, aveva scelto definitivamente la linea della totale irresponsabilità. E, badate bene, se non ci fossimo stati noi dell’Udc ad aprire quel varco di verità nel Paese e nel Parlamento, oggi l’Italia starebbe peggio della Grecia. Perché la Grecia è relativamente piccola e tutto sommato le risorse per salvarla si possono trovare e si stanno trovando. Ma pensate cosa sarebbe accaduto se avessimo dovuto cominciare a chiedere aiuti per tenere in piedi l’Italia. Nessuno può permettersi di dimenticare quello che stava succedendo a dicembre del 2011: abbiamo rischiato di non avere i soldi per pagare gli stipendi agli statali. Allora abbiamo avuto ragione a invocare l’intervento di Mario Monti, al quale Berlusconi ha lasciato in eredità le condizioni capestro che nei mesi precedenti era stato costretto a firmare con l’Europa proprio a causa della sua irresponsabilità. E abbiamo avuto ragione a sostenere lealmente, gli unici davvero leali fino in fondo, le politiche e le riforme del governo Monti anche quando erano impopolari, anche quando potevano dispiacere ai nostri elettori. Quando si sceglie la strada della responsabilità bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo e guardare al domani, alle prossime generazioni e non al proprio orticello. E’ questo che ci hanno insegnato i grandi padri dell’Europa che sono anche i nonni e i padri della nostra grande famiglia europea, il Ppe. E’ questo che ci hanno insegnato Alcide De Gasperi ed Helmut Kohl. E se oggi l’Italia non è più considerata un’urgenza, un Paese altamente infettivo nel mondo, se oggi il nostro Paese ha recuperato credibilità e autorevolezza in tutto il mondo, è merito anche delle nostre scelte, del lavoro serio e responsabile dei nostri parlamentari nei lavori delle Commissioni, nelle Camere del Senato e di Montecitorio. Ed è anche merito vostro. Di voi che sul territorio avete lavorato per spiegare le nostre scelte difficili, per tenere viva la fiammella della politica seria, non urlata, non demagogica, non populista. Ma responsabile. Abbiamo avuto ragione su tutto. Ma, come dicevo all’inizio, manca ancora una pagina da scrivere ed è quella più importante, quella decisiva. Non conta aver avuto ragione se non lavoreremo bene nelle prossime settimane per scrivere quest’ultima pagina. Quella che può farci chiudere definitivamente, una volta per tutte, il libro della Seconda Repubblica, del bipolarismo rissoso e farci aprire finalmente il libro della Terza Repubblica, di un paese finalmente normale, in cui moderati e progressisti si confrontano senza colpi bassi e possono alternarsi al governo senza che nessuno possa gridare allo scandalo. Ma soprattutto possono collaborare nei momenti più difficili perché entrambi hanno nel Dna un carattere comune fondamentale: il riformismo. L’apertura e la disponibilità a fare le riforme che servono. E guardate, quest’ultima pagina decisiva, non può scriverla nessun altro se non noi. Se non voi. Se non tutte le persone che sono qui presenti e tutti i nostri elettori. E tutti gli indecisi che sapremo raggiungere e convincere nelle prossime settimane. La partita che si gioca è la partita finale, quella decisiva. Perché, fate attenzione, in passato altri hanno usato la parola zombie per insultare questo o quell’avversario politico. Noi non insultiamo nessuno: ma in questa campagna elettorale ci sarà uno zombie che cercherà di afferrare l’Italia per le caviglie e di trascinarla di nuovo nel baratro. E quello zombie è proprio il bipolarismo degli ultimi venti anni. Non è ancora morto. Non è ancora finito. Berlusconi vuole quello. Vuole riportarci tutti indietro di venti anni. Spaventare gli italiani col pericolo comunista, promettere l’abolizione dell’Imu e di chissà quali altre tasse pur di prendere un voto in più salvo poi sfasciare definitivamente i conti dello Stato e ridurci davvero peggio della Grecia. Vuole costringere di nuovo gli italiani a dividersi scegliendo di stare di qua o di là e per farlo è pronto ad usare tutte le armi del peggiore populismo: l’attacco all’euro, alla Germania, all’Europa, la presa in giro del Ppe. E naturalmente per riuscirci, ancora una volta, ha bisogno di tentare di eliminare politicamente ogni voce dissonante. Per questo siamo e saremo per tutta la campagna elettorale nel suo mirino. Nel suo schema devono esistere solo destra e sinistra. Il centro va eliminato. Non passa giorno ormai senza che ci attacchi e ci insulti nella sua nuova invasione televisiva. Non voglio perdere molto tempo a rispondergli perché a noi interessano l’Italia e gli italiani e non Berlusconi e il passato. Voglio solo dire due cose molto rapide. Per lui noi siamo stati dei traditori, una specie di quinta colonna, quando eravamo nello stesso governo. Vedendo come ha umiliato le persone che gli sono state più vicine in questi anni possiamo dire a testa alta che siamo orgogliosi di aver saputo tenere la schiena dritta sempre e in ogni momento davanti a lui! Noi non ci siamo piegati e non ci piegheremo di fronte a nessuno! Per noi la dignità è un valore! E un’altra cosa: lui dice di essere pentito di avere avuto come alleato l’Udc. Anche noi abbiamo qualcosa da rimproverarci ed è un rammarico molto maggiore: l’abbiamo portato nel Ppe. Ma i fatti dimostrano purtroppo che quella non è la sua casa. Per Berlusconi esistono solo case di proprietà, esistono solo dipendenti: ma il Ppe non è Arcore e noi non siamo e non saremo mai suoi dipendenti. Il Ppe è casa nostra e alla fine sarà lui a dover fare le valige. Però il discorso è molto più serio e non riguarda solo Berlusconi. Lo zombie del bipolarismo che vuole tornare non sta solo nel centrodestra. C’è anche nel centrosinistra ed è perfino più pericoloso perché si muove più sottotraccia: Bersani sottovaluta, o forse peggio ancora finge di sottovalutare, il pericolo rappresentato da Vendola. Vendola è un alleato ingombrante e scomodo che ha già detto che per lui Monti è il portabandiera della tecnocrazia europea. Ha detto che se andrà al governo le prime cose che farà saranno smontare le riforme del governo Monti. Ha detto che non si può toccare l’articolo 18, che non si può fare la Tav, che bisogna tornare ad andare in pensione a 60 anni anche se si vive fino a 85 e anche se le casse dello Stato domani non avranno più soldi per le pensioni dei giovani di oggi. Questo è il quadro vero, preciso, della situazione. Siccome noi ci siamo assunti la responsabilità di dire sempre la verità dobbiamo essere i primi saperlo. E allora dobbiamo essere pronti a giocare al meglio la partita della prossima campagna elettorale. La salvezza dell’Italia passa tutta dal nostro risultato: se sarà buono, lo zombie del bipolarismo da rissa sarà definitivamente sepolto e per l’Italia si aprirà davvero una pagina nuova. Tutti aspettano in queste ore la decisione del presidente Monti. La aspettiamo anche noi, naturalmente, con grande rispetto. Del resto noi siamo quelli che hanno evocato per primi Monti quando non c’era. E quindi non credo che adesso ci si possa accusare di tirarlo per la giacca se speriamo in un suo impegno diretto ora che c’è ed è in campo da un anno a Palazzo Chigi. Dopo di ché sceglierà lui e noi rispetteremo sempre e comunque la sua decisione. Ma che sia in campo o meno il presidente Monti, per noi, per voi, per i nostri alleati, per le persone della società civile che abbiamo coinvolto in questi anni e per quelle che dobbiamo necessariamente coinvolgere nelle prossime settimane, l’agenda Monti è e sarà il nostro programma di governo. E il presidente Casini sarà in campo con tutti noi. Agenda Monti che significa parlare con un linguaggio di verità, stare dalla parte dell’Europa, mettere al sicuro le riforme approvate nell’ultimo anno per mantenere i conti in ordine e poter finalmente avviare la fase del rilancio dell’economia per dare un po’ di respiro alle famiglie e alle aziende colpiti così duramente dalla crisi. Cari amici, in questi anni ci avete dato fiducia e i fatti hanno dimostrato che la scelta era giusta. Ora quello che vi chiediamo è un altro atto di fiducia. Quello che vi chiediamo è di diventare sul territorio i portavoce ed i punti di riferimento dell’unica politica che può dare una speranza nuova a questo Paese . Vi chiediamo di farlo ogni giorno, cercando di coinvolgere nuove forze e nuove esperienze interne ed esterne al mondo della politica. Come sempre nelle fasi di grande cambiamento è necessario anche un rinnovamento della classe dirigente. E noi stiamo lavorando e lavoreremo a questo. Ma le esperienze, l’impegno di chi in questi anni è stato al nostro fianco, ha fatto un lavoro oscuro ma preziosissimo sul territorio non saranno certo buttate a mare, anzi. Abbiamo ancora tanta strada davanti a noi e dobbiamo farla tutti insieme. Qui non si tratta di cacciare qualcuno di casa. Si tratta semmai di costruire una casa più grande per far posto a chi vorrà lavorare con noi per il bene dell’Italia. Ecco perché mentre auguro a voi e a tutte le vostre famiglie un Natale sereno e gioioso, vi chiedo di continuare a lavorare accanto a noi per scrivere questa pagina decisiva di cui vi parlavo poco fa. Scriviamola insieme. Buon lavoro, buon Natale a tutti e auguri a tutta l’Italia. 4

giovedì 20 dicembre 2012

RAGAZZI CI SIAMO! TUTTI IN CAMPO - DAL CENTRO - PER VINCERE!

'Stiamo facendo delle valutazioni, ma le faremo con gli amici in piena sintonia'. Risponde cosi' il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, in conferenza stampa alla Camera, a chi gli chiede dettagli sulla strategia in vista delle elezioni che l'Udc mettera' in atto e dei rapporti con il movimento 'Verso la Terza Repubblica'. La scelta del simbolo, per esempio, spiega Casini, fa parte di quelle cose che 'saranno affrontate e risolte sulla base di valutazioni tecnico-propagandistiche. Stiamo valutando tutte le possibilita', nessuna esclusa'. Per quanto riguarda il leader di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, 'tutto quello che ho letto sui giornali in questi giorni fa parte di cose irreali. Abbiamo una totale sintonia tra persone che hanno fatto esperienze diverse e che si stimano, che vengono dalla politica e dalla societa' civile. Sono contento dello spirito perche' quando si deve intraprendere un lavoro difficile bisogna che cia sia sintonia'. Quanto al veto posto su Gianfranco Fini dal presidente delle Acli, Andrea Olivero, Casini dice: 'E' giusto che ci sia uno scambio di opinioni'.
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Elezioni: Casini, Monti è scelta serietà, dall'altra parte buffonate 

(ASCA) - Roma, 19 dic - 'Tanti non vogliono che Monti scenda in campo, soprattutto chi e' gia' in campo'. Risponde cosi' il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, a chi gli chiede cosa ne pensi delle parole di Massimo D'Alema (Pd) per il quale sarebbe 'immorale' se il premier scendesse in campo. 'C'e' una grandissima fetta di italiani, che pur avendo fatto duri sacrifici, in cuor suo sa che Monti e' la scelta di responsabilita' per il futuro dell'Italia. Gli italiani sanno che Monti e' la scelta di serieta' e che dall'altra parte ci sono le buffonate del passato o incognite per il futuro, perche' difficilmente una sinistra riformista puo' andare a braccetto con una sinistra antagonista'.