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sabato 1 dicembre 2012

Casini: «Renzi è un Berlusconi di sinistra Ora un'area per ricostruire il Paese» Fini al leader Udc e a Montezemolo: «Subito la lista per l'Italia»


ROMA - Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini torna ad attaccare Matteo Renzi all'assemblea dei giovani Udc a Caserta. Commentando i dati Istat sull'occupazione il leader Udc ha detto rivolgendosialla platea: «Non credete alle favole che racconta Renzi. Dice di voler dare 100 euro a famiglia, ma per farlo ci vogliono 20 miliardi. Queste sono - ha aggiunto - promesse alla Berlusconi». «Renzi fa promesse berlusconiane, è una sorta di Berlusconi della sinistra», ha affermato ancora Casini. Secondo il leader Udc è stato il «voto di protesta» a premiare Renzi con il buon risultato del primo turno delle primarie del centrosinistra.

«Noi stiamo facendo un'altra strada: la nostra strada è quella di creare un'area di ricostruzione del Paese», ha poi affermato Casini rispondendo al segretario Pd Pierluigi Bersani che aveva parlato di dialogo col centro, ma non «a rimorchio» di esso. «Non mi piace parlare di area moderata ma di area di ricostruzione del Paese», ha detto ancora Casini. Secondo il leader del partito infatti «c'è bisogno di ricostruire l'Italia parlando non il linguaggio del populismo, della demagogia, delle promesse, e in questi anni ne abbiamo sentire troppe, ma parlando il linguaggio della serietà e della verità». Casini ha quindi ribadito che l'obiettivo è «ricostruzione coi popolari, coi riformatori, anche coi moderati, perché no, che vedono come a destra ci sia la distruzione e l'inganno rispetto alle illusioni di questi anni».

Dobbiamo fare la Lista per l'Italia «senza attendere che suoni la campana dell'ultimo giro», senza indugiare in «tatticismi» e a prescindere dalla legge elettorale, concentrandosi sui contenuti e non sull'organizzazione. È l'appello che Gianfranco Fini, concludendo i lavori dell'Assemblea aperta di Fli a Roma, rivolge «agli amici Casini e Montezemolo». 

«La Lista per l'Italia, lo dico a Casini e Montezemolo, ha senso non come collezione di etichette, sigle o calcoli di convenienza per una presenza in Parlamento, né per giocare il ruolo di ago della bilancia», ha premesso il presidente della Camera. Ma semmai «come progetto per delineare un futuro migliore e valori di riferimento immediatamente percepiti dall'pubblica opinione. «Quale che sia la legge elettorale - ha proseguito durante il suo intervento all'assemblea di Fli - non ha senso attendere ancora. Spero che loro accettino, che non ci siano ulteriori tatticismi. La presenza in Parlamento è la conclusione di un progetto, non può essere la ragione di un progetto».

«Non ha senso aspettare la riforma elettorale, a meno che la lista per l'Italia non voglia essere solo uno strumento per tornare in Parlamento - ha continuato Fini -. Dobbiamo cominciare a sentirci tra noi a vedere i programmi, senza attendere che scatti la campanella dell'ultimo giro» perché «non si parte dalle organizzazioni, ma dai contenuti» e bisogna «far capire agli italiani che la Lista per l'Italia non ha solo Monti premier come obiettivo, ma delle parole d'ordine» per dare risposte «concrete» ai problemi del Paese. 

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